A questo punto in voi sorge una domanda: “Ma se entrambi costituiscono il dono, e se entrambi lo ricevono, che ne è di quel dono?”. Vediamo di fare un po’ di chiarezza. Voi ritenete che nel concetto di amore-dono ci sia sempre un punto di partenza ed un punto di arrivo.
Ma in quello che vi raccontate c’è una contraddizione, poiché inconsapevolmente vi state nascondendo che l’amore non appartiene a nessuno. L’amore è, da sempre, e tutto e tutti attraversa, quindi non è un dono che appartiene a chi vuol assumersi il ruolo di protagonista.
No, nel farsi del dono, entrambi i soggetti sono semplicemente attraversati dall’azione, che è amore, che annulla i due termini in cui vi identificate quando pensate di poter creare e poi donare amore all’altro. E i due termini in cui vi identificate, nel farsi dell’azione del dono, sono colui da cui parte e colui a cui arriva, oppure colui che lo possiede per donarlo a colui che ne diviene il possessore, nel momento in cui lo riceve. Chiacchiere delle menti!
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Noi stiamo dissacrando tutto quello che voi fate diventare ‘sacro’ dell’amore-dono, e stiamo mostrandovi come per voi il dono implichi sempre il concetto di appartenenza. Magari, chi ha intrapreso un cammino evolutivo si sforzerà di ridurre il proprio ‘io’ all’interno del dono, però non eliminerà il suo senso di appartenenza e la possibilità di decidere su chi dirigere il dono.
Solo nell’incontro col contro-processo della via della Conoscenza lui vedrà negata ogni possibilità di creare e poi imprimere una direzione all’amore. L’amore si manifesta nel concretizzarsi di un moto che vede entrambi i soggetti presenti nel farsi dell’azione, in cui entrambi, contemporaneamente, agiscono nell’offrire e nel ricevere.
Ma, allora, è giunto il momento di domandarsi chi sono questi due che, all’interno di una relazione d’amore, si donano e insieme sono parte del costituirsi del dono.
In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.
Per qualsiasi informazione e supporto potete scrivere ai curatori del libro: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com
Download libro, formato A4, 95 pag. Pdf
Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.
Grazie!
“L’Amore non appartiene a nessuno. L’amore è”.
Amore come dimensione ontologica, oltre ciò solo contemplazione.
la mente vuole appropriarsi del dono e farlo diventare un arma per espandere il dominio del proprio io …
non funziona proprio cosí…
tutte chiacchiere per le menti
Sento quanto qui affermato.
Eppure in me non sorge alcuna domanda sul chi sono.
Sono qui.