Il monaco è colui/ei che nella propria solitudine esistenziale realizza l’unificazione interiore.
La solitudine esistenziale deriva dall’essere l’unico artefice delle comprensioni conseguite, comprensioni che si conseguono grazie alla relazione con l’altro da sé nelle esperienze, ma che non possono essere condotte da altri che da sé.
Tutta la realtà vissuta non è altro che una manifestazione soggettiva di un sentire che si amplia di esperienza in esperienza. Nella pienezza di questa comprensione ogni monaco cerca di vivere la realtà unitaria di ogni istante, consapevole che sorge da sé per sé e lo conduce incontro all’unità con tutti gli esseri.
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L’unificazione interiore è l’archetipo permanente del quale il monaco sente l’influsso, e al quale si abbandona fiducioso quanto capace di affrontare i timori e le resistenze che sorgono dalla propria identità.
La Via del monaco è via di eremo e di cenobio, via di solitudine e di comunità, via di salda connessione con la Sorgente e di comunione con le sorelle, i fratelli della via e ogni altra creatura.
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Ogni volta che leggo e che mi fermo a riflettere su certi concetti, ne colgo sfumature nuove.
L’attrazione verso cui ognuno è portato, rappresenta la direzione giusta. Qualunque essa sia. Ecco che il cuore si apre a tutti gli esseri.
Quello che nessun può da solo, lo può la comunità nel suo insieme.
No Elena, non esiste un’alternativa.
Più ti svuoti dei tanto costrutti della mente, più cadono le barriere che separano.
Sono pochi coloro che vivono questa comprensione?
Non ha importanza, tanto non si potrebbe tornare indietro.
Esiste forse altra strada possibile?
Unità interiore è sentire la relazione con ogni essere. Si vibra con l’archetipo del monaco che alterna eremo e cenobio. Nostra responsabilità trovare sempre l’equilibrio.
Quando nella tua solitudine esistenziale realizzi l’unificazione interiore, il sentirsi uno con tutti gli esseri, smorza la solitudine ontologica