Finché vi aspetterete di essere ciò che non siete ancora [vdc11]

Le basi della Via della conoscenza. Partecipante: Ma non si rischia così di cadere nella passività?
Ananda: Se la mente dell’uomo lascia andare, se la mente dell’uomo lascia correre, pur conservando l’uomo la propria attenzione al lasciar correre, succede che egli si libera dalla sua pretesa di voler sempre dominare i propri pensieri.

Perché, quando l’uomo si pone sulla strada evolutiva e si attua in lui un qualche risveglio, la sua prima pretesa è di voler far sì che tutti i suoi pensieri, o almeno buona parte di essi, siano coerenti con le sue aspettative.

E invece l’uomo incontra immediatamente la difficoltà della propria mente, abituata a dominare e abituata ad andare per ogni dove. E allora la vera disciplina consiste principalmente nell’essere consapevoli dei propri pensieri. Ed è lì che l’uomo attiva se stesso, ed è proprio lì che lui diventa decisamente attivo.

Che cosa significa abbandonarsi alla passività se invece in quel momento l’uomo è consapevole dei propri pensieri? Non c’è forma di attività più elevata dell’essere consapevoli di ciò che normalmente sfugge alla vostra attenzione e di ciò che normalmente domina sulla vostra vita. E se l’uomo pian piano riesce a fare questo, si attesta in un punto nel quale può aspettarsi di compiere il salto. Naturalmente anche l’aspettare di compiere il salto è un pensiero, ed è questo che deve morire per ultimo. E allora l’uomo non aspetterà più niente e in quel momento sarà Coscienza.

Ma finché voi vi aspetterete di essere ciò che non siete ancora, non potete dire di essere lì in quel punto nel quale l’evento può accadere. E se l’evento può accadere, significa che non sta a voi farlo accadere, ma significa anche che voi siete nella condizione di non essere più voi a riceverlo, di non essere più voi ad accoglierlo, di non essere più voi a stabilire quando e come e se arriverà.

E allora in quel momento voi coglierete il nodo che ancora impedisce di vedere che ogni cosa è già. E se mai questo accadrà in questa vostra vita, si potrà spaziare su tutti i pensieri che corrono dentro ognuno e finalmente essere totalmente inattaccabili dai propri pensieri, fino a quando arriverà il momento in cui, almeno per un certo tempo, ogni pensiero svanirà e si sarà immobili in un punto dentro il punto. Fonte

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Leonardo

“E se l’evento può accadere, significa che non sta a voi farlo accadere, ma significa anche che voi siete nella condizione di non essere più voi a riceverlo, di non essere più voi ad accoglierlo, di non essere più voi a stabilire quando e come e se arriverà.”

La consapevolezza dei propri pensieri e in generale dei propri stati interiori implica un’altra consapevolezza: non siamo noi a produrre alcunché, non siamo padroni in casa nostra se non di osservare ciò che in essa accade.

Natascia

Quanto descritto è il lavoro di oggi.
“Essere consapevoli dei propri pensieri”.
Per far cadere il dominio della mente e lasciare che affiori la coscienza.
Mi trovo spesso in un empasse, allora so che lì, il nodo è duro da sciogliere.
La relazione, il confronto possono essere di stimolo.
Sto con l’orecchio teso, nell’intento di cogliere la parola che sveli, pur sapendo che il mio udito, di suo, già censura.

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