Amore è azione. Un amore senza azione non è amore, perché nel relativo tutto è azione. L’amore nega i protagonismi, i brontolii, le pretese, la voglia di aggiungere qualcosa, quella di modificare per migliorare, quella di misurare e di paragonare.
L’amore che attraversa l’uomo, a flash, a momenti, mette a tacere le chiacchiere di quella sua mente, e lui, spesso inconsapevolmente, vive l’azione del dono senza aggiungervi alcunché, il più delle volte senza capire che quello è un dono.
Quindi, tutto quello che vi raccontate e vi attribuite nella via interiore è solo una declinazione mentale dell’amore, concetto che voi esaltate come se fosse la più importante espressione della spiritualità, di cui arricchirvi personalmente. E questo è il modo per evitare d’impattarvi con l’amore, che spazza via voi e le immagini che coltivate; perché per riconoscerlo è necessario incontrare il proprio scacco nell’esaltazione d’amore con cui vi riempite e vi nobilitate, per poi sprofondare in un abisso di aridità. Solo quando una mente viene messa a tacere, si lasciano andare le pretese di perfezione e di progressione e quindi i meriti da riscuotere oggi, ma soprattutto in un domani.
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I giudizi che accompagnano il dono che pretendete di offrire e le delusioni che ne derivano sono chiacchiere della vostra mente: sono i ‘più’ e i ‘meno’ attraverso i quali tentate d’impossessarvi di ciò che non vi appartiene, non tenendo conto che le azioni di chi agisce nel relativo sono limitate, perché soggette alla condizione spazio-temporale.
Ma l’uomo, che insegue la perfezione come meta evolutiva, le giudica e si dispiace di non essere mai all’altezza delle proprie pretese di donare amore, non comprendendo che tutto ciò che accade è già completo in sé.
Nulla ha bisogno di voi che vi inorgoglite nell’offrire, che vi esaltate nel dare sempre più prova della vostra capacità d’amare, cioè di vestirvi di umiltà, di mitigarvi, di perdonare, di dedicare tempo e ascolto, ma soprattutto di emozionarvi nel donare. Sempre voi al centro di ciò che accade, protagonisti di ciò che non vi riguarda.
Quando si incontra l’aridità di quell’esaltazione che in voi si accompagna all’amore, si vede l’altra faccia del proprio protagonismo che dona un amore in cui si pretende, ci si inorgoglisce, si calcola, ci si misura e si diviene piccoli, pur mantenendosi saldamente al centro del donare. L’uomo ha bisogno di fare i conti con una profonda ribellione rivolta alla propria concezione sull’amore e anche con l’aridità che nasce dentro di lui per l’impossibilità di farsi ancora protagonista di ciò che lo attraversa, gratuitamente, così come attraversa ogni essere.
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In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.
Per qualsiasi informazione e supporto potete scrivere ai curatori del libro: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.
Quando il soggetto è al centro, quando c’è qualche pretesa di riconoscimento, l’ego ha scansato l’Amore.
L’ha messo all’angolo.
Invece l’Amore è, al di là di ogni pretesa nonostante i nostri limiti, non smette di stupirci.
“Amore è azione. Un amore senza azione non è amore, perché nel relativo tutto è azione.”
L’esordio del post mi sembra particolarmente pregno di significato. Azione è Amore, relazione è Amore.
Perché questo accento sulla azione/relazione? Perché nella relazione/amore i due non sono niente ma sono superati dall’azione stessa, dal suo farsi, accadere senza soggetti che possano appropriasi dell’azione stessa.
Non c’è alcuna perfezione da inseguire: in ogni momento la perfezione è.
In ogni momento l’Amore è manifesto perché esso è già e non è alcuna classificazione da raggiungere
Ma molto accade attraverso noi. Ciò che accade per accadere no ha bisogno di noi come strumenti?
“Tutto ciò che accade è già completo in sé.
Nulla ha bisogno di noi”
Grazie
È grazie a me se…
È tutto merito mio se…
Come mi piacerebbe essere Dio in terra
Ma quando mai! 🙂
Il dono si misura con lo scacco del proprio protagonismo: osservare senza intervenire, suggerire senza pretendere di risolvere, preferire il silenzio alle parole che vengono dalla mente.
In certe situazioni sento che anche questo è Amore in azione