Le basi della Via della conoscenza. Ma se la Coscienza mette il pugnale e fa anche sì che il braccato non possa sfuggire, allora la Coscienza recita una parte e contemporaneamente recita un’altra parte: quindi è la Coscienza che gioca le parti, e quindi voi non siete.
Ma qualcuno potrebbe domandare: “Perché recita le parti?“. È questo il mistero! Sì, recita le parti, e ogni cosa che voi fate è un copione scritto dalla Coscienza, e colui che offendete è sempre la Coscienza, e l’azione dell’offesa è sempre la Coscienza, e il ritorno dell’offesa è sempre la Coscienza.
E se voi invece accettate l’offesa è sempre la Coscienza, e se voi invece ritorcete contro altri l’offesa subita è ancora sempre la Coscienza che si riveste di tante parti e che recita questo strano poema che è la tragica storia o la felice storia – dipende dai punti di vista – dell’umanità.
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Ma allora perché mai vi parliamo di voi come esseri che devono trasformarsi, modificarsi e alfine fare il salto se tutto è Coscienza e se ogni gesto è Coscienza e se ogni azione è Coscienza e se ogni pensiero è Coscienza e se tutto questo dramma non è altro che tante parti recitate dalla Coscienza?
Ora provo a dirvelo in modo provocatorio: ma chi siete voi che pretendete di essere soggetti assolutamente legati alla propria individualità? Ma chi pretendete di essere?
Eppure voi volete che la spiegazione torni a voi secondo i vostri concetti e secondo i vostri schemi in modo da poter continuare a dire: “Ma io sono! Io sono colui che è protagonista“.
Perché mai avete bisogno che io confermi le vostre ipotesi sul funzionamento del cosmo e sul funzionamento dell’umanità, questo vostro bisogno che chiede a me di dirvi: “Oh figli cari, quanto siete protagonisti e quanto siete determinanti nel processo evolutivo!”?
Ma quale processo evolutivo? Ma quale protagonismo? Tutto è Coscienza e quindi voi non siete, ed è su questo che continueremo a puntare il dito per ripetervi che ciò che accade non accade, ciò che voi siete non è, ma tutto è Coscienza, basta aprire gli occhi e levarsi l’idea che voi siate qualcosa. Fonte
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Sorge un sorriso beffardo.
Tutto è coscienza e quindi voi non siete: nella condizione di incarnati siamo eccome!!
Viviamo una condizione in cui è pura utopia pensare o idealizzare il non essere o meglio il non sentire di essere, dove sentire di essere sta per quell’impasto fra coscienza e corpi inferiori.
Lo stesso pensare o tendere verso il “non siete” è forse fuorviante.
Poi esistono passaggi che maggiormente si avvicinano agli estremi…
Comprendo che è la fine di ogni concetto, di ogni schema.
Ogni aspetto del divenire è proiezione della Coscienza per il suo apprendimento, ma la Coscienza non è certo un’individualità nella quale posso identificarmi, basti pensare al fenomeno della fusione di sentire equipollenti che formano la Coscienza stessa; dunque nessuna individualità, nel senso da noi inteso, riguarda la Coscienza.
Tanto meno d’individualità si può parlare dell’io nel quale tendiamo a identificarci: non è forse esso un’illusione?
Sic et simpliciter
Comprendo.
La Coscienza è Una, quindi non ha senso parlare di tante individualità.
Eppure questo concetto non mi è chiaro.
Quando si parla delle razze ad es.
Ognuna, si è detto, ha un diverso grado evolutivo.
Che poi tutto ciò, sia l’espressione di un’unica Coscienza, posso capirlo, ma se la dimensione del divenire è utile per l’acquisizione dei dati per la Coscienza stessa, didatticamente parlando, posso mantenere il concetto di individuo.
Non so, sento che tutto questo, non mi è ancora chiaro.