Il concetto non è la realtà, poiché la realtà è inafferrabile [vdc20]

Le basi della Via della conoscenza. Non v’è modo d’inoltrarsi sul terreno della non-mente se non mettendovi via, via in imbarazzo, se non sradicando i vostri concetti, se non facendovi intuire che tutto ciò che voi dite è astrazione, è costruzione concettuale ed è eredità del passato: non è presente e non può essere futuro, ma è solo eredità del passato.

È sul passato che voi costruite concetti ed è sulle culture che vi hanno plasmato che si fondano i vostri concetti che, anche quando vogliono parlare dell’indescrivibile, sono costretti a rapportarsi con il passato, con la vostra storia, con i vostri limiti e con le vostre concezioni. E anch’io, nel momento in cui voglio farvi misurare i vostri limiti, devo usare i vostri concetti, sia pure alterandoli.

Non c’è spazio alla non-mente se non provocando in continuazione i vostri concetti: la non- mente è soltanto un concetto […]; tutto è concetto e in quanto tale soffre di una limitazione sostanziale, e cioè che il concetto non è la realtà, poiché la realtà è inafferrabile, la realtà fluisce, la realtà si sperde, la realtà va, va e va.

Nel momento in cui la si limita o nel momento in cui la si ingabbia diventa concetto. Però la realtà non è afferrabile dentro il concetto e lo sperimentare la realtà non è descrivibile attraverso i concetti, ma è soltanto limitabile dai concetti. Ed allora a che serve parlare? Serve, nella misura in cui il parlare consente il comunicare, consente il focalizzare, consente l’incrementare una propria consapevolezza di quanto si sia poveri-poveri nella propria capacità di essere nel Tutto.

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Nadia

“Quanto si è poveri nella capacità di essere nel Tutto” .
Questo risuona, questo commuove.

Maria Giovanna piccini

Buon giorno , dunque la parola è la nostra gabbia e anche riconoscere questo avviene con la formulazione di parole ,e anche il riconoscimento di ciò è fatto di parole.e così via.Per assurdo di più Concreto c’è tutto ciò che è oltre o prima o fuori delle parole e assurdamente cerchiamo di tradurlo in parole. Mah!!!!!Un’ultima domanda “e prima che si sviluppasse la parola? Una parola per voi. Grazie

Elena

Comprendo molto bene.
Come apro le gabbie dorate della mia eredità?
Scardinando via via grazie alla parola.

Leonardo P.

C’è uso “nobile” della parola e dei concetti che è quello dello “scacco”. La parola in particolare decristalizza, provoca processi, può fare tornare a fare fluire la vita provocando. Tante sono le possibili sfumature.

Natascia

“Ed allora a cosa serve parlare?[..]
consente l’incrementare una propria consapevolezza di quanto si sia poveri-poveri nella propria capacità di essere nel Tutto.”
Quando sono riuscita a riconoscere nelle parole dell’altro, quelle che per me erano sensazioni a cui non sapevo dare una forma verbale, mi sono sentita meno sola.
Se nel rapporto intimo con l’Assoluto, prediligo il silenzio, la parola è stata fondamentale nella relazione con le sorelle/fratelli per una condivisione via via più profonda.

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