La mente silenziosa e le percezioni che si vivificano [vdc22]

Le basi della Via della conoscenza. Comunque voi avete bisogno dei concetti e allora adesso andrò ben oltre il vostro modo di ragionare e affronterò il tema sulla mente silenziosa e sulle percezioni che si vivificano.

Non è vero che, tacendo la mente, le emozioni e le percezioni diventano meno forti. È l’opposto, perché il corpo, liberato dai pensieri, parla da se stesso senza l’inibizione dei pensieri e senza la costrizione di ciò che la mente ha costruito.

Quindi, più la mente tace e più le emozioni parlano, ma questo non significa che vi avvinghiano maggiormente, infatti, quando si va verso la non-mente, il piacere si esalta, ma non inteso come separato dalla vita o come separato da ciò che voi siete in profondità o come separato da ciò che esprime la sintesi di ogni elemento che vi costituisce.

No, proprio perché la mente tace, v’è meno separazione e v’è meno giudizio e allora anche le emozioni vengono vissute nella loro radicalità, però non v’è attaccamento, almeno intenso così come quando la mente blatera.

E, se v’è meno attaccamento, le emozioni parlano un linguaggio nuovo, sono più forti, sono più pulsanti, meno stringenti, meno coartanti, meno riempite di pensieri che molte volte impediscono di provare il piacere e anche il dolore, poiché anche il dolore, inteso nelle sue varie sfumature, è un’emozione e anche il dolore penetra dentro quell’essere.

Invece voi avete paura del dolore e lo camuffate, mentre più tace la mente, più il dolore si presenta nudo, senza i veli di troppi pensieri che vorrebbero giustificare il dolore e che vorrebbero sminuirlo.

Nel momento in cui si presenta nudo si ha la possibilità di accettare il dolore così come esso è, ovverosia come esperienza dell’uomo imperfetto e limitato, ma non ci si attacca, o ci si attacca meno, e quindi il dolore, anche se più acuto, dura meno perché la propria mente non lo proietta sul futuro e non teme o teme meno ciò che può essere domani o dopodomani. E allora anche il dolore nel momento sarà più forte, perché sarà senza i veli del pensiero, ma s’attenuerà con più rapidità perché le paure non verranno proiettate in avanti o verranno proiettate di meno.

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Anna

Impari nella vita a stare nella sofferenza come a stare nella serenità. Una sorta di ancoraggio certo, fisso che permette di essere attraversati da stati emozionali senza aggrapparsi ad essi.

È così

Catia

Più la mente tace più le emozioni parlano.

Se le emozioni diventano più vivide, non richiamano giocoforza che la mente le veda e si riagganci?

Leonardo

Chiara è questa esperienza che possiamo tradurla volgarmente con l’espressione “non ricamarci sopra”: lasciarsi attraversare dagli stati interiori, senza il bisogno di volerli “fermare”, senza “giudicarli” come uno più meritevole dell’altro di essere vissuto.

Samuele

Una “buona novella” che non sembra così irraggiungibile o legata alla generosità di una divinità esterna.
Dà stimolo.

Luciana Ruzziconi

È cosi, quando il dolore viene amplificato dalla paura che la mente proietta sul futuro, questo ti fa sentire come di avere le ali e non poterle usare.

Ultima modifica 2 anni fa di Luciana R
Elena

Sentire il ció che accade, sentire quello che sorge. È accaduto ieri.
C’era consapevolezza del dolore e c’era consapevolezza che come una nube sarebbe passato.
E questo dolore ha illuminato la strada.

Mariella Principi

Pur comprendendo quanto scritto sul dominio della mente, l’idea di silenziarla, per quanto possibile, sconcerta sempre.

Si, poter dirigere la propria vita è un’illusione della mente. Programmare, dirigere, orientare: fatto per anni, ma poi vedi che la Vita ti porta altrove.

Per alcuni versi si può tirare un sospiro di sollievo. Ci si alleggerisce di un carico erroneamente sistemato sulle proprie spalle.
Dall’altro però, la non-mente costringe alla Vita che accade. Puoi solo aguzzare la vista, trovare gli indizi e seguire il percorso indicato…..diciamo cosi.

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