Crisi, dal lat. crisis, gr. krísis “scelta, decisione” (Treccani).
La crisi è un aspetto di un ritmo: acquisizione-consolidamento-crisi-acquisizione.
L’instabilità è il sale della vita, senza tutto cristallizzerebbe.
Si acquisiscono dati attraverso l’esperienza, si consolidano per costruire stabilità e confine di sé, si perdono perché tutto è impermanente e ciò che vale oggi domani è già privo di valore autentico nel regno delle menti: un giro di giostra dopo l’altro.
In questo ritmo che vale per il meno evoluto come per il più evoluto, opera il lievito frutto della crisi e di una disposizione interiore.
Il lievito può operare nelle condizioni create dal processo della crisi (acquisizione-consolidamento-crisi-acquisizione) ma sorge dalla profondità del vivente: il solo fatto di esistere ci rende lievito, rende ogni creatura lievito per un’altra.
Nella relazione tra viventi, tra viventi e natura, si sviluppa il ritmo della crisi e fermenta il lievito dello scacco che ognuno porta nella vita dell’altro.
L’altro da sé porta sempre la rottura di un equilibrio, sempre è scacco e cambiamento-crisi.
Se non cogliamo il valore di questo ‘sempre’ non cogliamo l’intimo procedere della vita: nei fatti minuti, negli incontri casuali, nei dettagli il processo della crisi opera, il lievito si attiva; così nei fatti che le menti considerano grandi.
La gran parte di noi vive routine di cui fa difficoltà a cogliere il senso, e qui risiede il vero problema: non vedere il minuto operare del processo che scardina e stabilisce equilibri, nel considerarsi costanti nel tempo e permanenti quando invece tutto muta senza sosta e mai alcuno rimane uguale a sé.
Inutile parlare delle grandi dimensioni di Amore, Gratuità, Dono se non si è consapevoli fin nel midollo del minuto processo che intesse ogni vivente: ogni aspetto del vivente è soggetto alla dinamica della crisi, tutto muta e tutto genera trasformazione.
Risiedendo nel ventre dell’impermanenza e dell’irrilevanza, allora sì possiamo azzardarci a pronunciare i grandi Nomi: ma quel ventre lo si trova e lo si perde e a furia di trovarlo e di perderlo si conosce la propria nullità.
Lì, i grandi Nomi risuonano.
Non si tratta allora di vivere la crisi e di operare come lievito, ma di Essere Crisi, di Essere Lievito.
È il ciclo che si ripete all’infinito:acquisizione-consolidamento-crisi-acquisizione.
La percezione soggettiva in ogni fase del ciclo è assai diversa, ecco perché alla parola crisi associamo subito una condizione di sofferenza/disagio cioè diamo una connotazione negativa.
Quando però questa comprensione si affaccia permette di affermare: benedetta crisi!
…e una capacità inimmaginabile di resilienza nei confronti della vita si apre
Mi pare di comprendere ciò che dici. Nonostante la mia vita appaia stabile, almeno quella attuale, è ben presente in me la consapevolezza dell’impermanenza.
Credo che le vicessitudini passate abbiano molto contribuito alla comprensione di questo stato.
La parola crisi non mi spaventa, ne colgo le potenzialità per il miglioramento.
Ma è certo, che con gli anni, la capacità di cambiamento è molto più intima e sottile.
Poco, forse appare in superfice.
Comprendo. E già la mente sferraglia a leggere di “crisi”, “instabilità”: ne è spaventata. Ma se andiamo oltre i recitato della mente ci rendiamo conto di come la crisi sia essenza intima del quotidiano.
Non è crisi ogni volta che ci “sorprendiamo” di quello che accade perché lo “pensavamo” in modo diverso?
Non è crisi il traffico che ci fa far tardi a lavoro facendosi beffa delle nostri piani?
A ben vedere mille sono gli accadimenti del genere che sostanziano il nostro quotidiano e se non li vediamo è perché li rimuoviamo inconsciamente, dove è operante un programma di epurazione dell’imprevisto.
Anche a me come Nadia, il termine crisi,
mi fa confusione.
Essere Crisi , Essere Lievito. Ancora il superamento del Duale.
È Crisi qualsiasi cosa muove il cambiamento? Il termine Crisi, crea confusione in me. Vado a rileggere i post con contenuto simile segnalati.
“Non si tratta allora di vivere la crisi e operare come lievito ma di Essere Crisi ed Essere Lievito.”
Sempre un gradino più in profondità ci porti.
Grazie di questo approfondimento.