La meditazione è, frequentemente, una pratica, la contemplazione è una disposizione dell’essere a volte interna alla stessa pratica meditativa.
Il sentire genera la disposizione contemplativa e permea i suoi corpi di questa informazione, la loro consapevolezza è pregna di esso.
La meditazione prepara la contemplazione sebbene sia in sé pratica completa. Cosa voglio dire?
Dalla meditazione – che in se stessa, nella fase profonda, non è altro di significativamente diverso dalla contemplazione – prima o poi ti devi alzare: allora quella disposizione intima diviene gesto, sguardo, relazione. Contemplazione.
Finché stai seduto, stai praticando, sebbene in ampissimi momenti questo venga superato e non sei più colui-che-pratica, ma colui-che-è-praticato; ma quando ti alzi in te c’è uno stato particolare, una disposizione unitaria che ti rende permeabile e trasparente alla vita: sei una porta aperta attraversata da una brezza, questa è l’essenza dell’esperienza contemplativa, l’essere attraversati dalla vita. Chiaramente lo potevi essere anche da seduto, ma ora lo sperimenti in modo nuovo e diverso.
Quando questo imprinting è inscritto in profondità nei corpi e nelle intenzioni/comprensioni, non trovi più una ragione, una spinta e nemmeno un automatismo per sederti: sei divenuto colui-che-è-attraversato-dalla-brezza, senza soluzione di continuità.
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La meditazione ancora per me è una pratica. L’atto contemplativo a volte accade, ma quando mi alzo, mantengo una calma che potrei dire allineamento, ma poi mi perdo nella grossolanita’ dei gesti e nella vaghezza mentale che si traduce in scarsa attenzione al fare.
Affinché si diventi una “porta aperta attraversata da una brezza” l’imprinting che si iscrive in profondità passa innanzitutto per le comprensioni conseguite, come del resto “la meditazione” e “l’atteggiamento meditativo” sorgono la dove si rende disponibile per una coscienza affrontarli.
Medito e mi lascio lavorare. Pur riscontrando resistenze, nella consapevolezza che prima o poi, giungerà la resa
L’essere attraversati dalla vita e avere uno sguardo sulle proprie dinamiche. Andare oltre lo sguardo che riporta alla mia verità.
Non si finisce mai di impare e di avere delle risposte. Grazie infinite. Quanto ho letto è così chiaro se pur da meditare e rileggere. Dischiude un’universo che per me è ancora incerto, ma non più inesplorato.