Vivere è comprendere l’Assoluto [sentiero23]

Non c’è possibilità di superamento del limite consapevolmente se non c’è chiarezza sulla sua origine. D’altra parte, la vita non è altro che superamento del limite; di conseguenza, che noi si sia consapevoli o inconsapevoli, comunque oltre il limite andremo.

Allora che senso ha cercare di superare il limite consapevolmente?
Un senso piuttosto semplice: più conosco il mio modo di funzionare più posso transitare nella vita con un tasso di dolore il più basso possibile. Meno conosco le dinamiche che mi conducono, più finisco per superarle attraverso il dolore che è, lo ricordo, frutto di un attrito tra coscienza e identità.

Se non conosco le dinamiche dell’identità dovrò comunque superarle sotto la pressione della coscienza, ma questo avverrà all’insegna degli attriti, della frizione tra i due, e non sarà piacevole.
Dovremmo dedicare la gran parte delle nostre risorse al conoscerci consapevolmente; dovremmo avere una pedagogia e una didattica del conoscerci e del conoscere e invece pare che decidiamo ogni giorno di andare incontro alla vita immersi nella più oscura ignoranza di noi.

Non ci è chiaro che la vita è conoscersi, perché se lo fosse, affronteremmo il compito consapevolmente; credo che non ci sia chiaro in assoluto che cosa sia la vita, forse pensiamo che sia un accidente. Perché la vita è conoscenza di sé?

Perché conoscendo sé si comprende il tutto, l’insieme, l’Assoluto. Credi che sia nel nostro libero arbitrio decidere se comprendere o no l’Assoluto? Il comprendere la natura dell’Assoluto è lo scopo del vivere, la natura del vivere, ciò che la vita è.
La vita è consapevolezza delle mille e mille dimensioni del sentire dell’Assoluto. Vivere è sperimentare i gradi della consapevolezza dell’Assoluto.

Che cosa si frappone alla conoscenza di sé e della realtà? Un dato che appartiene alla meccanica della mente la quale, per sua natura, tutto divide, cataloga, parametra. Così facendo frammenta la realtà del sentire nelle mille realtà del pensare, colorate dalle innumerevoli emozioni, rappresentate dalle molteplici azioni.

Mente, emozione, azione costituiscono l’identità, danno luogo a un’immagine di sé, a un’auto-lettura immaginativa e a questa cercano di rimanere coerenti. L’ostacolo che troviamo sulla via della conoscenza è il modello interpretativo che ci siamo costruiti.

Tutti i post ‘Le basi del Sentiero contemplativo’
NB: il testo che compare in questi post in alcuni passaggi differisce sostanzialmente dal contenuto del libro, questo perché, nei dieci anni trascorsi, molte cose abbiamo approfondito e compreso meglio.
D’altra parte, oggi non riusciremmo a esprimerci con la semplicità di ieri mentre il nostro obbiettivo, nel riprendere questi contenuti, è proprio quello di dare a chi ci legge un testo semplice, per un approccio di base al Sentiero contemplativo.

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Catia Belacchi

“Conoscendo sé si comprende l’Assoluto, le mille e mille dimensioni del sentire dell’Assoluto” È esperienza, questa affermazione. Entrando in sé si toccano le corde dell’Assoluto e lo si ritrova anche esterno a te.

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