Cosa fa sì che si amplifichino in un individuo le condizioni per il Vuoto, per l’Accogliere, per l’Indiviso?
L’affievolirsi dell’identità? La sua marginalizzazione? Lo scomparire?
Quando diventa chiaro, compreso, sentito, vissuto, che vivere è sperimentare l’Assoluto, l’interpretazione mentale dov’è?
Non prendersi sul serio
Relativizzare il proprio punto di vista, l’interpretazione corrente, sapendo che è soltanto una delle possibili e che verrà cambiata innumerevoli volte nel tempo.
Sorridere di sé, utilizzare a piene mani l’ironia. Il riso e il sorriso sono armi formidabili per rompere la “coerenza” della visione di sé o di un fatto. Sorridere di noi e incoraggiare quelli che ci stanno vicino a canzonarci, a sdrammatizzare i nostri modi affinché noi si possa alleggerire rispetto ai nostri contenuti mentali, emotivi, identitari.
Alla base del non prendersi sul serio c’è il dubbio del quale parleremo nel secondo capitolo; alla radice del dubbio c’è la domanda: “Chi afferma? Chi agisce? Chi interpreta?”
Smascherare la mente attraverso la mente, dove conduce?
All’impasse. Osservare la mente e l’identità significa conoscerle, significa sapere che la loro è solo una lettura della realtà, non la realtà. Se la mente interiorizza altri modelli interpretativi giungerà a conclusioni differenti, le quali porteranno a indagare ancora e a ridefinire lo stesso modello d’interpretazione in uso.
Se leggo tutta la realtà come colui che è stato abbandonato, innanzitutto adotterò il modello d’interpretazione che dice: “I tuoi genitori non ti hanno accudito; il clima familiare era anaffettivo; una serie di esperienze nell’adolescenza ha confermato le impronte infantili”, e altro ancora.
Questo modello può essere sostituito da un altro più complesso che afferma: “Certo, nella tua infanzia hai vissuto del non accudimento ma questo era conforme al tuo tracciato esistenziale: attraverso quelle privazioni hai imparato a distaccarti dalle emozioni dolorose dell’abbandono, a governare la mente e le cose che diceva su di te vittima dell’incuria dei tuoi genitori”.
- Eremo dal silenzio, tutti i post dei siti
- Le basi del Sentiero contemplativo
- Un nuovo monachesimo per i senza religione del terzo millennio
- Libro: ‘Il Sentiero contemplativo a dorso di somaro’
- Libro: ‘Come la coscienza genera la realtà personale‘
A questo può succedere un altro modello: “Quello che è accaduto è stata la tua vita: oggi guardi la realtà senza considerarti vittima, da persona libera dal condizionamento, proprio perché quelle esperienze hanno formato in te una disposizione alla disidentificazione e alla disconnessione e hanno permesso che germogliasse il fiore dell’impermanenza e del non attaccamento”.
Infine, questo modello: “Vivo senza passato e senza futuro e sperimento che tutto è quel che è e non c’è niente da aggiungere”.
Vedi come il cambiare dei modelli interpretativi cambia il ruolo e il rilievo della mente: la sofisticazione del modello procede di pari passo con le esperienze che cambiano il sentire.
Se cambiasse il modello interpretativo e non il sentire tutto rimarrebbe alla fine come è, ma i due sono legati e generano le esperienze di cui hanno bisogno e che sono il vero terreno in cui avviene l’apprendimento. Dal libro L’Essenziale.
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NB: il testo che compare in questi post in alcuni passaggi differisce sostanzialmente dal contenuto del libro, questo perché, nei dieci anni trascorsi, molte cose abbiamo approfondito e compreso meglio.
D’altra parte, oggi non riusciremmo a esprimerci con la semplicità di ieri mentre il nostro obbiettivo, nel riprendere questi contenuti, è proprio quello di dare a chi ci legge un testo semplice, per un approccio di base al Sentiero contemplativo.
Cambiare i modelli interpretativi cambia il sentire è porta nuove e più ampie comprensioni.