Le basi della Via della conoscenza. L’amore è quello che vi libera e non quello che vi incatena; è quello che vi piega all’altro e non quello che si serve dell’altro, sia pure in modo raffinato, facendo magari diventare l’altro il protagonista della vostra maturazione.
Tutto questo è solo mente. Ora sgomberiamo il campo dalla vostra mente e proviamo a fare qualche affermazione partendo dal criterio che voi non siete, e tutto ciò che conta è l’altro, e proviamo a declinare l’amore secondo questo criterio.
Che cos’è l’amore se l’altro è l’altro e tu non conti?
– Se l’altro è l’altro e tu non conti, allora tutto quello che fai in nome e per conto dell’altro non c’entra niente, ma c’entra per la tua mente.
– Se l’altro è l’altro e tu non conti, allora tutti i sentimenti che tu provi per l’altro non c’entrano niente, ma c’entrano per la tua mente.
– Se l’altro è l’altro e tu non conti, allora tutti i pensieri che fai verso l’altro e che ritieni positivi non c’entrano niente, ma sono parto della tua mente.
Ma se ciascuno di voi viene svuotato di questi vostri concetti, allora non rimane più niente di tutto quello che voi definite, niente di tutto quello che voi sostenete, niente di tutto quello che voi sperate o che vi attribuite.
‘Chi sei? Chi è l’altro?’
Chi è l’altro? Tutto ciò che c’è.
Chi sei tu? Ciò che non c’è.
E che cosa c’entra ciò che non c’è con tutto ciò che c’è?
– C’entra, fintantoché chi non c’è vuole essere tutto ciò che c’è;
– c’entra fin quando chi non c’è vuole misurare tutto ciò che c’è;
– c’entra fin quando, chi non c’è, vuole stabilire chi è l’altro, come l’altro deve fare o magari come l’altro deve amare.
Chi è l’altro? Tutto ciò che c’è di rilevante.
Chi sei tu? L’irrilevanza.
E allora perché l’irrilevanza parla e non si mette invece a tacere e ad ascoltare ciò che è rilevante? Ad ascoltarlo tacendo e smettendo di definire l’amore che crede di elargire.
Chi sei tu? L’inesistenza.
Chi è l’altro? L’esistenza.
E allora perché l’inesistenza vuol misurarsi con l’esistenza? Perché non si china all’esistenza? Perché non riconosce l’esistenza? Perché non dice che l’esistenza è ciò che veramente c’è? Perché l’inesistenza vuole produrre atti, pensieri, emozioni, realtà, invece di chinarsi di fronte a ciò che c’è?
Chi siete voi? Ciò che passa e non lascia traccia.
Chi è l’altro? Tutto ciò che segna.
E allora perché ciò che passa pretende di lasciare il proprio marchio, di modificare, di aiutare, di trasformare l’altro e di essere talmente trasformato da lasciare un segno?
Chi sei tu? Sei ciò che la tua mente crea.
Chi è l’altro? Il mistero.
E allora tu, che sei mente, blateri di fronte al mistero. E come accogliere il mistero? Con la morte della tua mente. E senza la tua mente, chi sei? Sei il nulla che accoglie il mistero.
Se tu non dai rilevanza a te stesso e la dai all’altro, l’altro è ciò che ti costituisce. Ma se sei zero e l’altro è cento, se vuoi ascoltare l’altro tu diventi l’altro. E che cos’è l’amore dentro il deserto interiore?
Raccolta fondi per le iniziative editoriali del Sentiero contemplativo
Partecipante: È dubitare in ogni momento di tutto quello che sto vivendo.
Dentro quel deserto tu dubiti di quanto tu sia significativo, perché tutto ti sta testimoniando che tu non conti: non contano più le tue mete e non contano più i tuoi progressi passati; non contano più neanche i trasporti passati e non contano più gli entusiasmi; niente più conta nel deserto.
E allora certo che i dubbi nascono, ma nascono da ciò che ho detto, ed è questo l’amore.
Ma se un giorno tu dovessi sperimentare che tutto ti frana addosso, perché non c’è niente di rilevante in te, e che anche l’idea di stare nel deserto ti ripugna, a quel punto che cos’è l’amore?
Partecipante: Accettare la ripugnanza.
Ovverosia essere ripugnante per te stesso. Lì c’è l’amore. E se muore ogni attesa di evoluzione e tuttavia uno resta fisso nel deserto, si apre uno spiraglio nel quale nasce qualcos’altro di cui parleremo.
A quanti di voi si sentono troppo stretti da questo insegnamento, perché va troppo oltre ciò che loro sono disposti ad accettare, io dico: se vuoi rimanere, ricorda che d’ora in avanti ci sarà una radicalizzazione che sfiderà in modo molto più profondo le vostre menti, e quindi valuta se vuoi essere qui o se vuoi andare altrove. A quanti invece dicono di poter affrontare un altro passo, io rispondo: ricordati che il passo prossimo di cui tu parli non sarà un passo, poiché mai v’è stato un passo, ma sarà un essere inchiodato dove tu non vuoi, quasi senza più la possibilità di rispondere alcunché.