Le basi della Via della conoscenza. Il quotidiano è per voi soltanto ciò che la vostra mente separa in attività importanti e non importanti, in attività necessarie e in attività realizzanti, stabilendo ciò che è prioritario o secondario, realizzante o penalizzante.
Ma, affidandovi alla vostra mente, voi lasciate che giorno dopo giorno si costruisca la prigione del vostro quotidiano, sia che vi realizziate o sia che affermiate che non vi realizzate. Questo significa che ogni definizione che voi date del quotidiano non è altro che la manifestazione di ciò che è la vostra mente.
E quindi non è vero che voi in un senso evolvete – e perciò dovete stare attenti a come giudicate e a come siete capaci di dare amore – e nell’altro vivete un quotidiano necessario ma non importante per la vostra maturazione o per la vostra evoluzione.
È vero invece che il vostro quotidiano è tutto ciò che avete, perché è soltanto quello che avete. Non c’è niente che esca dal quotidiano, e anche quando fate un piccolo atto, e lo fate in nome e per conto del Divino, non fate altro che sviluppare qualcosa che si situa nel quotidiano.
Il quotidiano è proprio tutto ciò che avete ed è soltanto ciò che vi è posto davanti affinché possiate scoprire l’inganno della vostra mente quando distingue o separa dentro il quotidiano e tra il quotidiano e altro.
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Ma nel quotidiano c’è anche la possibilità di scoprire che tutto quello che vi accade al suo interno lasci pian piano morire le vostre continue distinzioni; infatti, anche se voi pensate che ci siano fatti eccezionali che escono dal quotidiano, in realtà nessun fatto esce dal quotidiano perché anche i fatti più mirabolanti esprimono il quotidiano: nel momento in cui avvengono potranno anche essere dirompenti rispetto alla vostra vecchia modalità di vivere il quotidiano, però esprimono un nuovo quotidiano.
Se voi vivete un terremoto e il terremoto distrugge la vostra casa e distrugge il luogo dove lavorate e distrugge ciò che consente a voi di lavorare, si crea comunque un diverso quotidiano, che subito verrà stigmatizzato dalla vostra mente che sottolineerà ciò che vi è necessario e ciò che invece vi realizza in una forma diversa.
Non c’è niente che esca dal quotidiano, dentro cui c’è tutto quello che voi usate come possibilità per distruggere il tempo che attraversa il vostro quotidiano tutte le volte che si presentano fatti a cui decidete di dare tempo e fatti a cui decidete di non dare tempo, cioè quei fatti a cui assegnate un tempo che possa dilatarsi e quei fatti a cui invece assegnare un tempo minimo; però questa non è altro che un’operazione che la vostra mente fa per poter riaffermare la propria struttura. In voi esiste comunque la possibilità di mettere in crisi quel quotidiano così concepito – il che vuol dire per mettere in crisi tutto ciò che avete come possibilità di maturazione e come modo di gestire il tempo – ed è la possibilità di disconnettere ciò che la vostra mente unisce.
Quando incomincerete ad accorgervi che non c’è niente di ciò che interpretate attraverso la vostra mente, allora potrete coglie tutta l’illusorietà di ciò che ritenete importante piuttosto che non importante, oppure indispensabile piuttosto che semplicemente utile.
Scoprirete che tutte queste distinzioni sono solo un modo attraverso cui venite inibiti al flusso della vita, e allora potrete incominciare a disconnettere, dubitando di ciò che la vostra mente vi propone come lettura del quotidiano.
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Ma incominciando a dubitare, talvolta ci si può trovare impacciati nell’agire nel quotidiano, perché a quel punto perde senso ciò che prima vi era chiaro, e cioè che una certa azione è indispensabile, e quindi va fatta con quel tempo, e che l’altra azione è utile, e quindi va fatta con un altro tempo, mentre quell’azione per voi utile, importante e gradevole, va fatta con un altro tempo ancora.
- Il primo passo è dunque quello di dubitare di ciò che pensate del quotidiano;
- il secondo è quello di cominciare a chiedervi che cosa può essere veramente importante nel vostro quotidiano, se togliete la certezza che sia veritiero e importante ciò che legge la vostra mente.
A quel punto vi potreste trovare di fronte alla difficoltà di colui che non sa più cosa sia importante, a eccezione di quello che è indispensabile dal punto di vista del tempo sociale; però, per voi stessi, non sarà più chiaro cosa sia importante, e questo è un tunnel attraverso cui passare e piegarsi.
Quando un individuo non sa più distinguere cosa sia importante per lui – a esclusione di ciò che gli impongono i vincoli sociali e relazionali – o comunque quando inizia a dubitare di ciò che riteneva importante, entra in una fase in cui è possibile la disconnessione.
Disconnettere significa avviarsi verso una strada in cui non si saprà più chiaramente quale cosa fare per sé, se non ciò che consente di vivere e di adeguarsi agli obblighi sociali; vuol dire entrare in una situazione in cui non è né piacevole e né amabile stare e in cui qualcosa si distrugge di se stessi.
Inoltrarsi dentro la disconnessione significa avviare il più grande paradosso che l’uomo possa mettere in atto, dentro il quale si giunge a domandarsi: “Io chi sono? Sono colui che di volta in volta, di fronte a un’azione nel quotidiano, entra nel dilemma se farla o non farla senza più il sostegno di tutto ciò che aveva costruito precedentemente”.
Sì è così, come dice il post.