[…] Il vero progresso è quello di cui parla l’evangelista Giovanni, perché l’Evangelo non è la storia di un uomo a nome Gesù, ma è la storia simbolica del Figlio di Dio. Bello è, fratelli, il simbolismo cristiano: un giorno, dopo il trionfo, lasceremo la crocifissione della carne, cioè esauriremo la ruota delle nascite e delle morti e cesseremo di incarnarci; quel giorno mormoreremo: “E’ finita!” Kempis
Le religioni
Fin dai tempi più antichi l’uomo ha sentito la necessità di una fede nel senso mistico, per questo le religioni sono sempre state il cuore dei popoli. La religione è un velo, intessuto da individui superiori consci della necessità mentale del popolo.
È sempre stata un freno alle passioni, uno stimolo per dare alla vita la parte spirituale che le spetta. Spesse volte i sacerdoti hanno dato alle religioni un’impronta malefica, spingendo l’uomo contro l’uomo. La superbia dell’uomo è grande e ciascuno crede che la propria fede sia la vera.
Guardate i Giudei, che si credevano popolo eletto, da millenni sono perseguitati. Nessuna religione può comprendere la verità per esteso. L’Universo ha aspetti troppo numerosi e variati per essere interamente compreso da un sistema. Così le religioni contemplano la Verità sempre incompletamente, da punti di vista diversi, secondo la mentalità dei popoli.
Dai primitivi adoratori di pietre, alle più moderne filosofie trascendentali, è l’uomo con la sua necessità di concretizzare, di dare corpo. Gli antichi iniziati, fondatori di religioni, compresero questa necessità e concretizzarono in simboli le più alte Verità. Per la grande capacità di errare degli uomini, i simboli vennero intesi nel senso letterale e non allegorico, subendo anche varie trasformazioni secondo la mentalità, possiamo dire del primo venuto.
Così, grado a grado, le religioni hanno subito una involuzione. Gli antichi erano politeisti perché non compresero l’intenzione delle loro religioni: Marte, Mercurio, ecc. non erano Dei, erano manifestazioni dell’Incommensurabile. Non riuscendo ad adorare l’Infinito, adoravano le sue manifestazioni: in Marte la potenza, in Mercurio la sapienza e così via. Questa era la vera intenzione della religione.
Sofocle dice: “In verità non v’è che un Dio solo, il quale abbia creato il cielo e la terra che vediamo”. E come Sofocle, Euripide e altri compresero l’intenzione veritiera, ma non tutti.
I primi Cristiani misero a tacere la Verità sulla reincarnazione, temendo che il popolo tornasse al politeismo, e oggi i cattolici, sedicenti veri cristiani, con l’innalzare alla gloria degli altari tante figure di santi, stanno spingendo il popolo al politeismo.
Ermete Trismegisto, temendo di dire troppo, velò le verità di un fitto simbolismo, finendo col non dire più nulla. E la croce che si erige su certi altari cristiani, sta lì solamente per accusare i sovvertitori della Verità.
Le religioni debbono subire una evoluzione, perché evolve la mentalità dell’uomo. Ma beato è colui che non ha bisogno di religioni, che trova in se stesso, nella sua natura, ogni freno, ogni sprone, ogni verità, perché agli occhi di colui che vede la Realtà delle cose, ogni figura simbolica di Dio è sempre un sacrilegio. Kempis
Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo
La sucessione della narrazione ha portato alla mente l’immagine di una chiesa strapiena e adorna di statue e quadri. Soprattutto la sensazione di un certo disagio vissuto in quegli ambienti.
Kempis conclude dicendo:”ogni figura simbolica di Dio è sempre un sacrilegio.”
Ecco l’origine del disagio sentito. Grandioso!
Grazie Kempis e grazie amministratore che ci permetti, con queste pubblicazione, di rendere evidente ai nostri occhi ciò che le religioni, nel corso della Storia, per svelare hanno in effetti molto distorto e celato.
L’umano ha in sé l’aspirazione al divino.
Questo da sempre. Si alternano forme più o meno grezze ad altre molto più sofisticate. La vibrazione prima le attraversa tutte, anche se alterate dalle nostre parziali comprensioni.
Tutti siamo spinti in un unica direzione.