Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/17: il sentire conduce al Cristo

Dice il Maestro: “Chi è nato dalla carne è carne, e chi è nato dallo Spirito è Spirito (Gv.3,1-15, ndr). Io non vengo per fare la mia volontà, ma la volontà del Padre mio. Il Padre mi ha mandato acciocché chi crede in me sia salvo. Nessuno crede in me se non è il Padre che l’ha mandato”.

Meditate queste parole del Maestro e voi vedrete che esse sono una contraddizione, se non si accetta la legge di evoluzione. Iddio ama l’uomo e vuole la sua salvezza tanto da mandare Cristo per salvarlo; però solo coloro che sono da Lui designati credono in Cristo e ne sono beneficati. Quindi, secondo questo assurdo, Cristo sarebbe una comparsa, un pretesto per far credere che si sia salvato, credendo in Lui, chi a priori era già destinato alla salvezza.

In sostanza l’Essere Supremo, nel creare le anime, stabilirebbe quelle che devono essere salvate e quelle invece che devono andare a popolare l’inferno eterno, ammesso che esista. […] Se invece pensiamo che Dio è lo Spirito che dall’intimo dell’uomo, maturo per evoluzione, lo spinge a cercare Cristo o la verità, e che un giorno tutti la troveranno, l’insegnamento cristiano appare nella sua più vera luce a illuminare non solo i cuori, ma anche le menti degli uomini. Alan, 21.2.1954

Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo

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Nadia

Testo in cui fatico a “entrare”

Catia Belacchi

Il passo indicato da Alan è quello di Nicodemo e non ritrovo la pericope da lui citata, se non i primi due capoversi.
La conclusione che si salvano solo i predestinati, la leggo per la prima volta, ma forse mi sbaglio

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