Pieno di senso, dell’origine del senso. Nell’ambito dell’identità un fatto ha senso quando ci conferma, ci gratifica, ci giustifica (in senso paolino).[1]
Il senso di cui parliamo è una dimensione dell’essere, ne è volto, colore: l’essere è senso e di questo impregna l’esperienza dello stare, del senza tempo che tutto il tempo sostiene.
Quella dimensione è pregna di senso, quasi insopportabile all’esperienza.
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- Un nuovo monachesimo per i senza religione del terzo millennio
- Libro: ‘Il Sentiero contemplativo a dorso di somaro’
- Libro: ‘Come la coscienza genera la realtà personale‘
Quando l’umano ricerca senso nella propria esistenza e lo cerca sul piano dell’affermazione e della gratificazione, in realtà sta indagando la possibilità di giungere al senso come ventre dell’esistere, come codice genetico dell’esperire.
Attraverso innumerevoli tentativi imparerà che il senso è natura profonda di ogni fatto attingibile e sperimentabile nell’unità dell’esistere, inaccessibile nella frammentazione e nell’identificazione sui piani relativi e privi di simultaneità e di unità.
6- Includente
Che tutto contiene. In netto contrasto con l’esperienza feriale dell’umano che tutto differenzia e diversifica, l’essere tutto include, tutto riassume, tutto contiene, tutto unifica; di tutto, in tutto trova il minimo comun denominatore, sempre pone al centro il processo piuttosto che il singolo fatto.
Lo sguardo che sorge dall’essere mai esclude, mai giudica, mai confronta, mai misura.
Tutto comprende. Tutto tiene assieme.
Nell’essere non c’è frammento.
L’essere è l’È che non ha articolazione.
[1] Lettera ai Romani e ai Galati
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NB: il testo che compare in questi post in alcuni passaggi differisce sostanzialmente dal contenuto del libro, questo perché, nei dieci anni trascorsi, molte cose abbiamo approfondito e compreso meglio.
D’altra parte, oggi non riusciremmo a esprimerci con la semplicità di ieri mentre il nostro obbiettivo, nel riprendere questi contenuti, è proprio quello di dare a chi ci legge un testo semplice, per un approccio di base al Sentiero contemplativo.
Intuisco che quanto affermi è il corretto significato di senso.
A volte percepisco questo senso profondo che tutto pervade, tuttavia sempre meno mi soffermo sul senso identitario.
Tutto include.
Non sono certa che questa definizione sia da me compresa fino in fondo.
Anche se affiora la compassione, mi accorgo che tendo a dividere fatti e situazioni.
Di queste vedo il bene di altre colgo il male. Ricondurli all’Uno, è arduo.