Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/43: l’umanità di Cristo

Lo stesso Cristo, venendo nella nostra umanità, prendendo forma umana, volle prenderla con tutte le caratteristiche di questa nostra razza.

Vi sono passi riportati nei Vangeli, che fanno fare grida di trionfale allegrezza ai non cristiani. Ad esempio frasi come questa: “Padre, allontana da me questo calice, se puoi”. I non cristiani si domandano: “Come, il Figlio di Dio, nella piena consapevolezza della sua missione, ha paura del dolore?”

Sono appunto gli accenti umani di chi volle essere uomo fra gli uomini. Più ancora: la tentazione. Il primo a comparire è il dubbio: “Se tu sei figlio di Dio, comanda a queste pietre di diventare pane e sfamati”. Questo è appunto il dubbio che assilla l’uomo Gesù.

V’è una interessante successione nella tentazione nel deserto. Il primo a comparire, abbiamo visto, è il dubbio; quindi l’io, potreste dire voi. Infatti Satana dice: “Io potrò fare di te uno dei potenti della terra”: Ma questi accenti umani sono ben tosto superati, o meglio “risuperati”. L’umanità del Cristo è lieve; solo accennata e tosto trascesa. Kempis, 31 maggio 1959

Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo

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