Ci sono passi che puoi fare solo se l’altro ti accompagna, ce ne sono altri che ti attendono rigorosamente solo.
L’unificazione interiore fondata sul perdere, ha necessità di un ritmo presenza/assenza dell’altro: egli viene come lo scalpello sulla pietra, poi questa riposa da sola e, nella rarefazione degli stimoli, comprende.
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Capire quando colpire e quando fermarsi è affinare il capire l’altro. Un esercizio senza fine, un processo di ampliamento del Sentire e Amore che sorge.
È così, ogni pietra la sua durezza, il suo scalpello, la sua reazione.
Immagine molto pregnante quella che hai dato di eremo e cenobio.
Necessità di poca esposizione, e di molta solitudine.
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