Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/55: natura del Cristo

Credo che ormai sia chiaro a tutti quello che in altre occasioni avemmo a dire circa questo tema: e cioè che il Cristo è un altissimo Maestro il quale ha ottenuto la Sua evoluzione in un’altra manifestazione, e che è preposto allo sviluppo spirituale, cioè alla evoluzione delle razze che si incarnano sul pianeta Terra.

Per questo è detto “Signore della Terra”. Inoltre dobbiamo ancora dire questo: e cioè che il Cristo non si è quindi incarnato una sola volta sul pianeta Terra, cioè in quella incarnazione che voi conoscete, ma anche in altre occasioni Egli è venuto fra gli uomini e, ripeto, non sempre della stessa razza, per portare l’altissimo suo insegnamento e per rimuovere le cristallizzazioni che affliggevano le razze, o la razza allora incarnata.

Vi abbiamo parlato quindi della sua nascita e della sua venuta fra gli uomini che voi conoscete come vita di Krishna. Inoltre altre volte è venuto. Ma la sua venuta è precedente a queste e sarebbe quindi assurdo parlarne. Infine tutti i profeti e tutti i veggenti sono concordi nell’asserire che il Cristo, o il Messia, tornerà ancora una volta.

Ebbene questa ultima venuta del Cristo profetizzata, ripeto, sino dalla più antica storia e dai più antichi tempi, è una venuta tutt’affatto diversa dalle altre, perché sarà una venuta dall’intimo di ogni uomo. E anche in questo si rispetta come sempre, la legge di analogia. Voi sapete che durante la storia della evoluzione umana noi abbiamo visto che varie sono le spinte che producono la maturazione evolutiva degli individui; esse possono essere convenzionalmente suddivise in due.

Inizialmente abbiamo le spinte che noi, ripeto convenzionalmente, abbiamo raggruppato sotto il nome di spinte dall’ambiente esterno; successivamente si ha la spinta dall’intimo dell’uomo. Così la stessa spinta, o la stessa venuta del Cristo fra gli uomini, si ha inizialmente esteriormente all’individuo, mentre la seconda e ultima è appunto una venuta dall’intimo dell’uomo.

Dobbiamo inoltre ripetere questo: che, sempre prendendo spunto dalla venuta del Signore della Terra che voi conoscete come “vita del Maestro Cristo”, che il Cristo, come del resto in tutte le altre sue venute, è subentrato nel veicolo fisico, ma non solo fisico, anche astrale e mentale, che gli era stato preparato da un’altra entità di adeguata evoluzione.

Perché, direte voi? Perché anche in ciò si rispetta una analogia e una ben precisa legge: la Verità, la Realtà subentra nell’uomo quando l’uomo è pronto; così lo spirito altissimo del Cristo è subentrato nel veicolo fisico che l’uomo Gesù aveva preparato, al momento che questo veicolo, insieme agli altri, era pronto. Il veicolo fisico raggiunge un grado di preparazione in un tempo più o meno determinato. Altrettanto è del veicolo astrale e altrettanto del veicolo mentale.

Vi sono poi tutti quei sensi, a voi sconosciuti, diciamo che debbono essere destati; tale preparazione fu effettuata dall’uomo Gesù. Quando ogni veicolo fu pronto per ricevere lo Spirito del Cristo, quando si era raggiunta la maturazione necessaria per l’inizio della missione vera e propria, l’uomo Gesù cedette il posto al Maestro Cristo, e questo subentrò iniziando la predicazione.

Occorre ancora dire un’altra cosa, ed è questa: voi avete sentito parlare, o per averlo letto negli Evangeli, o perché qualcuno dei vostri fratelli qui presenti vi ha ricordato del periodo che Cristo passò nel deserto. Vi abbiamo già spiegato altre volte questo episodio della vita del Cristo, ma a voi sembrerà strano che un Maestro come Cristo abbia dovuto trascorrere un periodo nel deserto, assillato dal dubbio, tentato dall’ambizione come ogni e qualsiasi uomo.

Questo faceva parte della missione che Cristo si era autoimposto, perché Egli volle essere uomo fra gli uomini e volle ripercorrere, sia pure brevemente, la stessa trafila che l’uomo segue. Inoltre dovete considerare questo: che (ed ecco perché noi vi facemmo un piccolo divieto) il subentrare del Cristo all’uomo Gesù non aveva un carattere medianico. Noi subentriamo nel veicolo fisico di questo strumento e, più o meno, fino dall’istante in cui prendiamo possesso di questo corpo fisico, ricordiamo esattamente chi siamo e che cosa siamo venuti a fare.

Ma la sostituzione, per così dire, del Cristo, o la vera presa di possesso del Cristo nei riguardi del veicolo fisico appositamente preparato, ha avuto un carattere assai diverso. Perché inizialmente, volendo il Cristo ripercorrere la strada che l’uomo percorre, Egli non aveva la coscienza esatta della sua missione, ma volle ritrovarla dall’oblio a cui volontariamente si era sottoposto, e conobbe così la tentazione del dubbio e della ambizione. Tentazioni molto chiare ancora oggi nell’episodio dei Vangeli. Dali, 22 Maggio 1960

Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo

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