Gratuità e impermanenza nella Via della conoscenza 3

Una voce: Comprendere la gratuità significa non inserirla nella dimensione dualistica che applicate anche all’evoluzione, dove riuscite a concepire solo due poli: l’umano e il Divino. Noi vi diciamo che tutto c’è già in ogni cosa che accade, al di là della capacità dell’uomo di riconoscerlo.

Perché parlare di impermanenza non significa negare una continuità, ma riconoscere la continuità di frammenti. Continuità non è un fatto che si ripete, ma è l’inarrestabile scorrere della vita in cui tutto è frattura che nasce e muore. E anche se la vita non è il singolo frammento, si traduce nei singoli frammenti pur non esaurendosi in essi; la vita è anche continua rottura, ma non si esaurisce lì, e l’impermanenza non è la continuità della vita, ma è espressione della vita nella continuità. Questo significa che per osservare, scoprire ed essere affascinati dalla vita è necessario attraversare consapevolmente la realtà dell’impermanenza.

Tutto ciò che si presenta e che accade in quel momento esaurisce la vita per quell’istante e per quello stare lì, presenti, ma rivela soltanto un aspetto dell’accadere, non la totalità. Quindi l’impermanenza non è totalità della vita, perché la vita è impermanenza nella continuità di nascita e morte.

Ed è impermanenza allo sguardo di chi l’osserva nel momento in cui si manifesta nel moto che governa il nascere e morire. C’è nella vita una successione in cui qualcosa esce dall’ombra e lì rientra, lasciando uscire altro alla luce, che poi entra nell’ombra, e ciò che entra nell’ombra mai è ciò che uscirà alla luce. Dentro la profondità che assorbe ciò che dalla luce va nell’ombra, e ciò che dall’ombra va alla luce, c’è quel mistero che sta oltre la forma e che dà origine alle forme.

Davanti ai vostri occhi, giorno dopo giorno, si mostra quello che voi definite un caotico succedersi di fatti, di pensieri e di presenze, dominato dalla non-ragionevolezza e non-prevedibilità; e questo perché tutto ciò che esce dalla non-forma per entrare nel regno delle forme, e che poi rientra nel regno della non-forma, non può essere né controllato e né compreso, come presenza e come offerta, dal mondo mentale dove domina l’illusorietà delle vostre costruzioni.

Nella gratuità tutto è neutro, e in questo termine muore ogni etichetta: sia quando dite sacro, contrapponendolo al profano, sia quando esaltate il concetto di divino, contrapponendolo all’umano, sia quando parlate di giusto contrapponendolo all’ingiusto, oppure di amore contrapponendolo al non amore. Tutto è neutro nella gratuità, dove nulla è oggetto mentale, misura, selezione e paragone. Gratuità non è quel vostro concetto che esaltate come premio, è tutto ciò che incontrate giorno dopo giorno senza riconoscere in esso la gratuità.

Ciclo gratuità della Via della conoscenza
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7 commenti su “Gratuità e impermanenza nella Via della conoscenza 3”

  1. Gratuità non è quel vostro concetto che esaltate come premio, è tutto ciò che incontrate giorno dopo giorno senza riconoscere in esso la gratuità.

    Grazie.

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  2. Gratuità è ciò che incontriamo giorno dopo giorno senza riconoscere in questo la gratuità e la vita è un continuum di flash che nascono e muoiono.
    Grazie Soggetto

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  3. “Gratuità non è quel vostro concetto che esaltate come premio, è tutto ciò che incontrate giorno dopo giorno senza riconoscere in esso la gratuità.”

    Qui ogni tentativo di concettualizzare muore. Questo passaggio è una sorta di koan

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  4. Iniziamo a masticare i concetti di VDC, tuttavia questa porzione mi è ostica:

    C’è nella vita una successione in cui qualcosa esce dall’ombra e lì rientra, lasciando uscire altro alla luce, che poi entra nell’ombra, e ciò che entra nell’ombra mai è ciò che uscirà alla luce.

    Sarebbe possibile rifrasarla in altro modo?

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  5. Credo che la capacità di stupirsi, rientri nella capacità di riuscire a slegare i fatti.
    Se abbiamo presente che nel susseguirsi di nascita e morte di ogni fatto, se ne esce sempre diversi, possiamo ogni volta stupirci del nuovo, che mai è scontato.

    Soffermarsi ogni tanto, per immergersi nella realtà dei flash credo aiuti a prendere consapevolezza di questa illusorietà del divenire

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