Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/58: sindone 1

E veniamo adesso all’argomento più trattato di questa sera: La figura storica del Cristo e la sua personalità.

Voi avete fatto delle ricerche, avete riportato delle asserzioni di studiosi di questa materia e avete visto che i pareri sono discordi; si può dire che l’unico punto di concomitanza è quello che ciascuno ha una opinione un po’ personale, anche se queste opinioni si possono raggruppare fra loro per formare vari nuclei di divergenza.

Un’altra cosa, però, accomuna questi studiosi, cioè l’incertezza della data di nascita del Cristo e conseguentemente della data di morte. E allora noi vi diciamo che esiste questa differenza di circa 7 anni, soprattutto nella morte. Ma vi sono altri elementi di incertezza, e poiché avete parlato a proposito del Maestro Giusto – o del Maestro di Giustizia – degli Esseni, vi dico subito che il Maestro Giusto, o Maestro di Giustizia, non può essere identificato nella personalità del Cristo. Inoltre vi abbiamo detto: “Come potremmo fare a capire la vera data di nascita e di morte del Maestro Cristo?”

Queste due cose possono essere risolte da un documento importantissimo che voi avete; uno dei pochi documenti autentici che sia rimasto dall’epoca del Cristo in poi, e precisamente si tratta di una reliquia. Una reliquia che non ha certo lo stesso valore della reliquia che comunemente si trova, come alcuni fili della tonaca del Santo Francesco, o del legno della Croce, i quali appunto sono infiniti nella quantità. Ma sto parlando della Sindone.

Il valore di questa reliquia appare dal fatto che la tradizione che questa Sindone fosse servita ad avvolgere il corpo del Cristo dopo il Suo trapasso, è stata confermata moltissimi anni dopo, cioè precisamente all’epoca della fotografia. E questo episodio ha un carattere di interesse veramente rilevante per lo studioso perché, come per l’archeologo è stato interessantissimo ritrovare, su dati di tradizioni, città appartenute a civiltà ormai trascorse, e dai ritrovamenti archeologici è stato possibile confermare l’esattezza di quanto asseriva la tradizione, egualmente interessante è stato il fatto della Sacra Sindone, perché ripeto, a distanza di molti anni si è potuto convalidare che effettivamente la Sindone aveva avvolto il corpo del Cristo.

Per essere obiettivi, per essere scrupolosi e positivi fino all’eccesso, noi potremmo obbiettare che non si può certamente dire che il corpo fosse del Cristo; comunque certo è che doveva essere di un falegname e che doveva essere di un uomo crocefisso in età ancora giovane, e che doveva essere stato incoronato di spine, e che doveva aver avuto il costato forato da una freccia, e via via tutti gli elementi che si ritrovano, possiamo dire, quasi certamente e quasi esclusivamente nella figura del Cristo.

Come fu convalidata la tradizione della Sindone? Fu convalidata in questo  modo: le macchie che apparivano in questo lino avevano una certa figura umana, ma specialmente per quanto si riferiva al viso, non erano chiare. Chiare divennero allorché furono fotografate, all’epoca del sorgere della fotografia. E allora si scoprì che la chiarezza era dovuta al fatto che l’immagine di questo corpo era, né più, né meno, un negativo fotografico, il quale, fotografato, diventava positivo e quindi veniva saltato a piè pari un processo. (Voi sapete il processo della fotografia, quello tradizionale, diciamo, e consueto: si ha prima una immagine negativa e successivamente, possiamo dire rifotografando l’immagine negativa, si ha finalmente l’immagine positiva).

Mentre il processo venne dimezzato perché immediatamente, fotografando la Sindone, si ebbe subito l’immagine positiva; e questo dimostrava che la Sindone era, né più né meno, che l’immagine negativa del corpo del Cristo. E questa conferma avvenne a molti anni di distanza, avvenne pochi anni fa, possiamo dire, all’epoca appunto della scoperta della fotografia, nei primi tempi. Quindi da questa reliquia che la tradizione ci dà come appartenuta alla figura storica e umana del Cristo, noi abbiamo avuto una conferma, e cioè che questo Cristo doveva essere un falegname, doveva essere stato crocefisso, crocefisso in età ancora giovane, e quindi da questo fatto noi dobbiamo escludere che il Cristo si possa identificare con il Maestro di Giustizia che invece fu lapidato, e che ebbe invece una vita che, se non è molto dissimile dal Cristo, comunque presenta dei punti di divergenza notevoli.

Per quanto invece si riferisce alla figura del Cristo, esaminandola, non ricercandone una differenza notevole, sia nella nascita che nella sua fanciullezza o nella sua morte, ma ricercandone una differenza più sottile nel suo insegnamento morale e via dicendo, noi dobbiamo appunto rilevare che effettivamente ci possiamo discostare dalla tradizione sostenuta e avvalorata dalla Chiesa Cristiana, in quanto, come sempre vi abbiamo detto, il Cristo fu un Esseno, certamente che lo fu; il Cristo viaggiò, come voi stessi avete questa sera detto leggendo dichiarazioni di studiosi.

Il Cristo in sostanza ebbe una personalità diversa da quella che la Chiesa Cristiana invece oggi dipinge ed ha sempre dipinto. Per questo vi rimando alle molteplici conversazioni che abbiamo fatto a proposito di questo argomento. Se noi volessimo essere scrupolosi e controllare con i mezzi scientifici, con molta esattezza, la data della Sacra Sindone, lo potremmo fare benissimo; lo potremmo fare attraverso al famoso radio-carbonio, e quindi attraverso l’analisi del radio-carbonio contenuto negli elementi vegetali che compongono la Sacra Sindone noi arriveremmo a determinare con approssimativa esattezza l’epoca in cui fu tessuto il lino che poi servì ad avvolgere il corpo del Cristo (purtroppo non è così: l’analisi ufficiale al C14 del 1988 è tutto tranne che rassicurante, ndr). E questo appunto ci confermerebbe che la morte del Cristo sarebbe avvenuta 7 anni prima, circa, di quanto oggi si crede. Dali, 15 Aprile 1961

Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo

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RDE

In realtà poco attendibile sembra essere la prova del radiocarbonio per come fu eseguita. Furono fatti prelievi in prossimità di aree di restauro (per non danneggiare ulteriormente il telo) e in maniera piuttosto approssimativa rispetto all’importanza che lo studio rivestiva (il telo della Sindone fu più volte, nel corso dei secoli, rimaneggiato e rammendato per danni legati ai più svariati motivi: incendi, lacerazioni eta e quindi rappezzi ne troviamo di varie epoche ) .
Si concluse che la tela doveva essere prodotta durante il periodo medioevale ma è evidente che non possa essere un manufatto

Catia Belacchi

Molto, molto interessante.

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