Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/61: perdona loro

Questa sera avete iniziato la vostra conversazione parlando del Cristo, chiedendovi che cosa poteva significare quella frase riportata negli Evangeli: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

Noi sempre vi abbiamo detto che nella figura del Cristo dobbiamo riconoscere i due lati che Egli volontariamente volle assumersi, incarnandosi per la sublime missione che voi conoscete: il lato umano e il lato divino. Inoltre, proprio per questo lato umano, che Egli volle, non dico sperimentare per se stesso, ma per monito, per insegnamento all’umanità, in questa frase noi troviamo appunto una parte di questo insegnamento che dobbiamo intendere dal lato umano della figura del Cristo, e cioè troviamo quello che il fratello Claudio vi ha detto molte volte.

Nel momento della grande sofferenza, nel momento del grande dolore, tutto si dimentica per ricercare il motivo di questa sofferenza. Così è, in modo analogo, per colui che ama profondamente; chi è animato da vero spirito altruistico, chi è animato da uno smisurato amore agli altri, dimentica, possiamo dire, la conoscenza delle leggi cosmiche, o meglio delle leggi assolute, e per amore al prossimo quasi invoca Dio, dimentico appunto di quello che sa, perché coloro che gli hanno inflitto una pena, coloro che gli hanno fatto del male, non vengano puniti.

Così anche l’altra frase: “Padre, allontana da me questo calice, se puoi”, si spiega con quello che ho detto prima, con l’insegnamento che il fratello Claudio vi ha dato; cioè nei momenti di grande dolore tutti dimentichiamo ciò che sappiamo, ciò che crediamo, per ricercare la causa di questo dolore, per porre termine a questo dolore; questo è proprio un aspetto prettamente umano. E così è stato per il Cristo il quale volle soffrire per seguire la stessa sofferenza degli uomini, e con questo esempio insegnare qualcos’altro all’umanità. Dali, 4 Giugno 1961

Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo

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1 commento su “Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/61: perdona loro”

  1. Mi sembra di poter dire che in quelle frasi più che il Cristo, che ben conosceva le necessità evolutive nel divenire, ci fosse il Gesù umano che nella sua umanità è bontà si comporta, appunto, come un uomo, bensì evoluto.

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