Il Cristo effettivamente voi sapete che prese la frusta per cacciare i mercanti dal Tempio. E allora? Sarebbe stato in contraddizione con quello che poi ebbe luogo di dire: “Ama il prossimo tuo come te stesso – a chi ti percuote su una guancia offri anche l’altra”.
Ma invece non si deve vedere in ciò una contraddizione, ma proprio si deve vedere questa importanza per l’individuo di non fissarsi in regole, in schemi; di non prendere tutto secondo l’enunciazione di determinati insegnamenti, di determinate regole, ma importante è per l’individuo trovare nell’intimo suo la spiegazione, la risposta, l’insegnamento per tutti i casi della vita.
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Quando l’individuo evoluto si trova di fronte a un particolare caso, sa come comportarsi non perché si ricorda a memoria un determinato insegnamento che gli dice: “a chi ti percuote su una guancia, offri anche l’altra”. Ma sa come comportarsi perché è giunto alla Realtà, perché conosce questa Realtà, perché l’ha fatta sua.
Così, se il Cristo una volta ha preso la frusta, ciò non vuol dire che si fosse dimenticato o ancora non avesse scoperto l’insegnamento della “guancia”, per intenderci. Ma perché era importante ed essenziale e giusto in quel momento prendere la frusta, perché la frusta in quel momento era necessaria per il bene di certe creature, per restituire una istituzione a un livello più alto che le competeva.
Mentre altre volte si è fatto percuotere sulla guancia, ed ha offerto anche l’altra, come nel caso della crocifissione, perché allora era utile quello. Così non possiamo dire in assoluto che questa cosa è giusta e resta giusta sempre; ma una stessa azione, in determinate circostanze, per certe creature può essere utile così, mentre in un’altra circostanza può essere utile l’azione opposta. Questo, sempre deve giudicare e deve capire e decidere chi ha intimamente compreso. Dali, 4 giugno 1961
Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo
La risposta è nella comprensione della Realtà.
Chiarissimo