Dogen, Daigo, la conoscenza innata e le altre 3

Tratto dal libro: Pratica e illuminazione nello Shobogenzo, a cura di A. Tollini, Ubaldini editore.

[3] Tuttavia, le potenzialità umane sono di vario genere.

  1. Intanto c’è la “conoscenza innata444 che abbiamo dalla nascita e che si attua in tutto.445 Cioè, in tutte le fasi della nostra esistenza ci fa comprendere le cose.
  2. Poi c’è la “conoscenza acquisita” che permette di elevare noi stessi al massimo apprendendo. Cioè, l’essenza più profonda dell’apprendimento viene a far parte del nostro essere fisico.
  3. Quindi, c’è (la conoscenza di) coloro che conoscono il Buddha e questa non è né la “conoscenza innata” né la “conoscenza acquisita”. (Essa è tale per cui) dopo aver superato le limitazioni di “sé e di altro”, non essendoci più limiti, non si ha più a che fare né con l’autoconoscenza né con la conoscenza altra (acquisita).
  4. (Infine) c’è (la conoscenza di) coloro che conoscono senza bisogno di un maestro.446 Essi non si basano sulla conoscenza del bene, non si basano sui sutra, non si basano sull’essere, né sui fenomeni, senza bisogno di radicali cambiamenti di sé (per risvegliarsi), senza bisogno di aver a che fare con le altre persone, pur tuttavia sono decisi ed elevati.

444 In originale shôchi:”conoscenza innata” o “conoscenza vitale”. Nishijima Gudo Wafu & Cross Chodo, op.cit., vol.2, p. 84, traducono “the innately intelligent”.

445 Cioè: non è una conoscenza specifica di qualcosa, ma pervade ogni manifestazione dell’essere.

446 Nel Sutra del Loto si parla di:”conoscenza del Budda”, “conoscenza naturale” e “conoscenza senza un maestro”.


[3] COMMENTO (Tollini)

Il tema dell’illuminazione, ora, si abbassa al livello degli esseri umani, ai quali si riconoscono vari tipi di “conoscenze”, ovvero di “potenzialità” che possono condurre all’illuminazione.

  1. Una di queste è la “conoscenza innata“, un tipo di conoscenza che abbiamo dalla nascita e che per la sua natura generica si applica alle varie situazioni in cui ci si imbatte. Essa è quel tipo di conoscenza che ci fa comprendere le cose senza doverle apprendere dagli altri, ma si applica ad ambiti ristretti.*
  2. Quindi c’è la potenzialità che deriva dalla “conoscenza acquisita“, il contrario di quella esposta sopra, perché deriva dall’apprendimento esterno. Questa conoscenza che viene da fuori, con l’apprendimento diventa parte del nostro essere.**
  3. Il terzo tipo è la conoscenza di “coloro che conoscono il Buddha“. Questa conoscenza è diversa dalle precedenti perché non è né innata né acquisita, ma trascende entrambe. Andando al di là di sé e di altro, non riguarda né l’autoconoscenza né la conoscenza acquisita. Essa è la conoscenza del Buddha, ossia di colui che ha in sé i semi dell’illuminazione che da se stessi maturano e portano alla realizzazione.***
  4. Infine, c’è l’ultimo tipo, il più elevato, quello di “coloro che conoscono senza bisogno di un maestro“. Costoro non solo non hanno bisogno di acquisire conoscenza dall’esterno, ma non hanno bisogno di null’altro per giungere all’illuminazione. Non hanno bisogno neppure di radicali cambiamenti di sé, come invece è richiesto a “coloro che conoscono il Buddha”: diventano illuminati così come sono.****
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Catia Belacchi

Testo e commento molto chiari.

Leonardo P.

Condivido in pieno il commento di Uma. Grazie

Catia Belacchi

La prima conoscenza ce la portiamo come retaggio di incarnazioni precedenti e come patrimonio specie – specifico.
La seconda è frutto di apprendimenti che derivano dalle esperienze.
La terza conoscenza, quella del Budda trascende le prime due che sono conoscenze per la vita pratica, perché svela la conoscenza dell’intimo umano e la realtà di tutte le cose. Ciò nonostante, pur se la buddita ‘ce la abbiamo a priori, va scoperta attraverso pratiche, studio, contemplazione.La quarta conoscenza non ha bisogno di commento.

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