Dogen, Daigo: non c’è smarrimento che sia di ostacolo 10

Tratto dal libro: Pratica e illuminazione nello Shobogenzo, a cura di A. Tollini, Ubaldini editore.

[10] Veramente non ci sono limiti alla grande illuminazione, né vi sono limiti allo smarrimento. Non c’è smarrimento che possa essere di ostacolo alla grande illuminazione. 460
Si manipolano tre strati della grande illuminazione e con questo si costruisce mezzo strato di piccolo smarrimento.461 

[Gudo Nishijima-Chodo Cross così traducono] In verità, la grande realizzazione è illimitata e il ritorno all’illusione è illimitato. Non c’è nessuna illusione che ostacoli la grande realizzazione, [ma] dopo aver dato vita a tre istanze di grande realizzazione, creiamo mezza istanza di piccola illusione.

[Kazuaki Tanahashi e il suo team così traducono] In effetti, la grande illuminazione è illimitata, l’illusione è illimitata e non ostacola la grande illuminazione; prendete la tripla grande illuminazione e trasformatela in una mezza delusione minore.

[Kosen Nishiyama -S.Oriali, così traducono] La grande il­luminazione è senza inizio o fine; così è l’illusione. La grande illu­minazione non è esteriore e non c’è al­cuna illusione che la ostacoli. La grande illuminazione contiene l’illusione e non è implicata in grande o piccolo. 

Per questo motivo, la montagna innevata si illumina per essere una montagna innevata e gli alberi e le pietre si illuminano per essere alberi e pietre.

[Kosen Nishiyama -S.Oriali, così traducono] Così, l’Himalaya è grandemente illuminato per beneficiare l’Himalaya. Il legno e la pietra si illuminano grandemente assumendo le forme del legno e della pietra.

La grande illuminazione di tutti i Buddha è una illuminazione per tutti gli esseri senzienti e la grande illuminazione di tutti gli esseri senzienti è per illuminare l’illuminazione di tutti i Buddha e (tra essi) non vi è rapporto di quale viene prima e quale viene dopo. Perciò, la grande illuminazione di questo preciso momento, non è una cosa propria né una cosa altrui, e non è cosa che venga da fuori, ma pervade tutto l’universo.462 

Non se ne va da nessuna parte, e non è da ricercare andando dietro a qualcosa, trascurando quello che c’è dentro di noi. Perché mai è in questo modo? Perché inseguendo l’altro, ci si allontana (dalla meta).463

[Gudo Nishijima-Chodo Cross così traducono] La grande realizzazione ora è al di là del sé e al di là degli altri. Non arriva; allo stesso tempo, riempie i fossati e le valli. Non se ne va; allo stesso tempo, odiamo fortemente la ricerca che segue un oggetto esterno.

460 “Grande illuminazione” significa “costruire il Buddha (dentro di sé)” e “esseri senzienti” è la dimensione dello smarrimento.
461 Cioè: grande illuminazione e smarrimento sono fatti della stessa pasta.
462 Letteralmente: riempe i fossi e colma le valli.
463 Nishijima Gudo Wafu & Cross Chodo, op.cit., vol.2, p. 88, traducono: “It does not go; at the same time, we keenly hate pursuit that follows an external object . Why is it so? [Because] we follow objects perfectly”.


COMMENTI (Tollini)

[10] La grande illuminazione non ha limiti, così come lo smarrimento. Non esiste un limite dove finisce lo smarrimento e dove comincia l’illuminazione, e neppure, all’inverso, un limite dove termina l’illuminazione e comincia lo smarrimento, ma entrambi sono il tutto intero, la realtà intera, l’intero mondo delle dieci direzioni. Così, non è possibile nell’illuminazione avvicinarsi allo smarrimento e poi scivolarvi dentro e neppure nello smarrimento avvicinarsi alla dimensione dell’illuminazione e penetrarvi.

Quando si è nello smarrimento, si è completamente e solamente in esso e così quando ci si illumina non esiste altro che illuminazione.

L’illuminazione, ma anche lo smarrimento sono come il cielo che non comincia e non finisce, e gli esseri senzienti, ma anche i Buddha e i patriarchi, sono come gli uccelli che volano al suo interno senza poter mai giungere al suo limite. Per coloro che giungono all’illuminazione, lo smarrimento non esiste più, letteralmente.

Quindi, illuminazione e smarrimento non sono contigui e non si ostacolano, così come nulla nell’universo si ostacola secondo la concezione del jijimuge.470 

Lo smarrimento non va contrapposto all’illuminazione in quanto suo antagonista o sua negazione, perciò, di nuovo, non ostacola l’illuminazione. Piuttosto, smarrimento e illuminazione sono fatti della stessa pasta, la pasta della realtà che è comunque una sola sempre e comunque, e che è sia smarrimento sia illuminazione allo stesso tempo.

Perciò, illuminarsi non significa illuminarsi da qualcosa e per qualcosa, ma piuttosto ci si illumina per essere ciò che si è e null’altro.

Una montagna innevata illuminata non è altro che una montagna innevata, e un essere senziente illuminato non è altro che un essere senziente illuminato. Nell’illuminazione non si è altro che ciò che si è, e sia gli uomini sia i Buddha sono nella stessa illuminazione.

Non c’è un prima e un dopo, così come non ci sono limiti, e l’illuminazione riempie di sé tutto l’universo per tutto il tempo e per tutto lo spazio. Non va da nessuna parte e non va cercata andando dietro a qualcosa, ma va cercata dentro di noi.

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Leonardo P.

Smarrimento e illuminazione sono due stati d’Essere, e direi di coscienza, in sé perfetti, compiuti e completi, Insomma delle totalità, dal punto di vista dell’Essere.

Dal punto di vista del divenire generano una gradualità che procede dal sentire meno ampio a quello più ampio e dunque dallo smarrimento all’illuminazione.

Le due prospettive, però, vanno considerate insieme. Per questo lo smarrimento, una volta strutturato a sufficienza il sentire, non cancella l’illuminazione

Catia Belacchi

Discorso complesso che a mio avviso ritorna su concetti già esposti.
Le traduzioni, così diverse, non aiutano la comprensione se non ci fosse la trasposizione secondo la visione del Sentiero da parte di Uma.

“La grande illuminazione contiene l’illusione” mi sembra la sintesi di tutto l’argomento del post.

A seconda del grado di coscienza che nel divenire abbiamo strutturato, cadiamo o meno nell’illusione, ma ciò che abbiamo raggiunto non viene tolto, anche perché l’illuminazione, nella visione dell’Essere c’è già dall’origine.

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