Da: Il libro di François, Cerchio Firenze 77. […] Infatti i maestri, pur sorvolando in un primo momento su certe false interpretazioni che l’esempio dei fotogrammi poteva provocare, hanno sempre detto che le situazioni cosmiche (i fotogrammi, appunto) non esistono in senso oggettivo.
Esiste «qualcosa» legandosi al quale appare questo susseguirsi di situazioni cosmiche; e allora, qualcuno poté pensare che i fotogrammi esistessero li, in qualche modo oggettivamente, e che l’individuo legandosi a questi fotogrammi li vivesse, li evocasse, li seguisse, desse loro vita; cioè che non fosse lui partecipe diretto della creazione di queste situazioni cosmiche, bensì che queste situazioni fossero nell’eterno presente e che lui le vivesse, diciamo, successivamente o perlomeno in successione.
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Ecco, questa è un’interpretazione sbagliata. Perché nell’eterno presente esistono tutte le situazioni cosmiche, e il sentire relativo le sente in successione non perché siano preesistenti, ma proprio perché la dimensione dell’eterno presente altro non è che l’esistere di tutto quanto esiste al di là della successione. Quindi, l’eterno presente non è qualcosa di programmato, ma semmai è un archivio-dossier nel quale sono inserite tutte le creazioni-percezioni fatte dagli esseri; e per creazioni vi sono anche quelle fatte dal sentire in senso lato, cioè tutte le sensazioni, le emozioni, i pensieri che nella successione illusoria sembrano creati di volta in volta, è vero?, ma che, al di là di tale illusoria successione, costituiscono un solo atto al di là del tempo e dello spazio, nella più reale dimensione dell’eterno presente.
E questa importantissima puntualizzazione non cambia niente per quanto riguarda la non contemporanea percezione di una situazione cosmica da parte di sentire diversi, i quali, come sapete, vibrano, si rivelano, non simultaneamente ma in successione diversa.
Post fondamentale per molti aspetti. Da leggere e interiorizzare