Non sforzatevi di amare, è una fesseria: liberate Amore

I versetti evangelici relativi sono nella mente di tutti, inutile riportarli, ma più importante dei versetti è il programma costitutivo di ogni sentire, la radice di ogni esistenza che testimonia la non alterità dell’altro e l’unione inscindibile di tutte le creature: uno è l’Assoluto e uno è ciò che da esso prende illusoria forma.

Ma il tema è tra i più equivocati ed ha fatto anche danni quando ha compresso il libero fluire delle manifestazioni interiori di tanti, manifestazioni che frequentemente non sono d’amore ma che hanno necessità esistenziale di essere manifestate affinché gli individui possano conoscersi e trasformarsi. Questo avviene concedendosi di vivere, osare, sbagliare, soffrire, pentirsi, rimediare.

L’equivoco nasce dal non avere compreso cosa sia l’amore, dal confonderlo con qualcosa di proprio e che sorge da sé, frutto di una capacità, attitudine, disposizione maturata in sé.
Questo è l’amore inteso come affetto ma non di questo parla il Cristo.

Lui parla della radice unitaria di ogni creatura, dell’origine di ogni rappresentazione umana, parla di Amore come del DNA fondante ogni creatura, comune a tutte, orizzonte esistenziale di tutte.
Amore che non è affetto, sebbene così possa declinarsi; che non è amicizia, sebbene possa prendere quella forma; che non è sesso, sebbene possa ammantarsi di quelle sensazioni.

L’Amore di cui parla, quello a cui dedica la vita fino a immolarla, quello che conosce perché quello a ogni gesto incarna, è l’Amore che non genera dall’umano ma dalla sua natura divina (natura divina di ogni umano, intendo), dal suo essere declinazione dell’Uno (declinazione propria di ogni umano).

Immaginate che il DNA più profondo e spirituale di ogni creatura contenga il codice di Amore e che lo scopo di ogni incarnazione e di ogni forma di vita non sia altro che quello di condurre a libera, fluida e completa manifestazione quel codice genetico, quella natura autentica.

Immaginate di essere spinti da una forza unitaria e non scindibile che conduce ogni creatura che vive nella separazione e nella solitudine a conoscere quella radice una e comune, a manifestarla superando l’illusione del frazionamento.

Immaginate che ogni creatura, mossa da questa forza e da questo programma, conduca innumerevoli esperienze nei mondi delle materie fino a comprendere e sentire vividamente quella forza operare nel suo intimo più profondo, divenire consapevole che è essa che la muove, sentire dove la sta conducendo, cosa vuole che essa veda e come debba sentire il reale – feriale e banale – di ogni giorno.

Considerate ora che questa forza/DNA opera in un sistema di corpi, quello di ciascun umano, estremamente duale, frammentato, strutturato per creare separazione e anche opposizione – le condizioni cioè per dispiegare il grande film del divenire – del collaborare e del competere, dell’aiutarsi e del nuocersi, del conquistarsi uno spazio personale, dell’essere rispettati e vilipesi e umiliati; dell’umiliare, del sopraffare, dell’accudire e dell’essere accuditi.

Una luce perenne che vive nel mezzo di un gioco di ombre.
Ora considerate che le ombre muteranno con il trascorrere delle vite, si attenueranno fino a divenire irrilevanti permettendo alla luce di rischiarare ogni scena, ogni frammento di vita.
Le ombre non scompariranno, ma diverranno irrilevanti.

Ecco, la luce è Amore/DNA primario, la forza prima che muove tutte le creature: non il “mio amore”, non il “ti amo”, non “ama il prossimo tuo”: non sono io che amo te o il prossimo mio, è l’Amore che lo ama; quel DNA/forza mi attraversa e, nonostante le mie ombre, Amore È, incorruttibile: esiste nonostante me.

Adesso considerate come questo Amore abbia ben poco a che fare con affetto, con amicizia, con sesso, come attraversi ogni creatura e non sia condizionato da amicizia o avversione: se comprendete così Amore potete comprendere l’Amore per il nemico, o per chi ci avversa.

Non essendo io che amo, ma l’Amore che ama e mi attraversa, ciò che mi compete è di → riconoscere questa forza operante, di → vedere le mie resistenze e di → non alimentarle illuminandole di consapevolezza e disconnettendole: allora la luce filtrerà tra le ombre e l’avversione non sarà di ostacolo all’essere di Amore.

Questo lungo discorso per dire: non sforzatevi di amare, è una fesseria: vedete le vostre avversioni, non identificatevi, lasciate che Amore sia, e allora sarà.

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RDE

❤️ Verità Essenziale

Catia Belacchi

Capovolgimento radicale di prospettiva.
L’Amore appartiene al nostro Dna, perchè noi intrinseci alla natura divina.
Non dobbiamo sforzarci di amare, ma sciogliere i veli perchè amore possa fluire.
Questa prospettiva non può che educare il nostro sentire.
Grazie Uma per la tua profonda chiarezza.

Natascia

Sorge commozione.

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