Da: Il libro di François, Cerchio Firenze 77. Nell’eterno presente vi è ogni fase dell’essere; in che senso I’essere contiene e conserva tutto il sentire, come pure la raffigurazione dei piani della percezione?
In effetti tutto rimane, niente trascorre realmente. Si può pensare che la coscienza, il retaggio della coscienza, conservi il ricordo di quello che fu; ma non è cosi. Se guardiamo l’essere, l’individuo, nell’eterno presente, lo vediamo in tutte le sue fasi: da quando è cristallo, a pianta, ad animale, a uomo primitivo, uomo di media evoluzione, uomo evoluto. È sempre tutto li, con tutti i suoi legami col mondo della percezione. Niente trascorre, in realtà. È solo l’illusione del divenire che fa apparire la pianta già cresciuta e che non esiste più allo stato di seme. È la situazione cosmica del presente che la mostra così, ma esiste subito dietro una situazione cosmica in cui la pianta non è cresciuta come adesso appare; e cosi via.
Le situazioni cosmiche sono tutte egualmente reali e viventi come quella che state ora percependo, fanno tutte parte dell’individuo che ora vedete come pianta, tutto il suo passato e tutto il suo futuro.
Tutto è, niente trascorre realmente. Il sentire più ampio contiene il più piccolo. E questo contenere non è solo un contenere come qualità, ma arriva al punto in cui è un contenere proprio tutto il dettaglio, la completezza del più piccolo sentire. Naturalmente bisogna che questa coscienza abbia una capienza piuttosto rilevante.
La legna non diventa mai cenere
Argomento complesso perchè in effetti non tutto è già oggettivamente. E’ il nostro sentire che, nella materia indifferenziata dell’eterno presente, crea le scene a noi necessarie per giungere a comprensione.
Tutto È. Da un lato spiazza e destabilizza ogni riferimento logico temporale
Dall’altro consola, perché niente scompare veramente.
Non è certo questo l’intento dell’Assoluto, né destabilizzare, né consolare. Egli semplicemente È.
Ma in questa dimensione terrena, questo la Crd prova.