D – Poiché i tralci, veicolo astrale e mentale, che non vengono usati allo scopo dello sviluppo della coscienza individuale, vengono tagliati, e non vengono conservati i “germi” dell’individuo per la sua successiva incarnazione, che cosa avviene di questo individuo?
Ci sembra che in questo caso non si possa trattare solo di segnare il passo. Reincarnandosi si ritrova allo stadio evolutivo delle prime incarnazioni umane? Forse questo processo fa parte della cernita, non in senso generale, ma individuale?
Noi abbiamo già spiegato il significato di questo insegnamento, è vero? E non abbiamo chiarito quel punto che proprio ha dato origine a questa vostra domanda. Non abbiamo chiarito, esattamente, che cosa avviene dell’individuo il quale per, badate bene, cattiva volontà subisce questa naturale cernita. Se noi vogliamo fare una analogia con quello che la Chiesa Cattolica insegna, visto che vi è una analogia fra il “giudizio” e la “cernita” che noi vi abbiamo insegnato, noi vediamo che vi è una cernita, diciamo, ordinaria, e una cernita finale, per intenderci; così come vi è un “Giudizio”, secondo la Chiesa, immediato subito dopo il trapasso, e il “Giudizio” finale, universale.
Così è per questa cernita: vi è la cernita finale che avviene al momento in cui una razza abbandona la ruota delle nascite e delle morti, e vi è una cernita ordinaria che avviene man mano che l’individuo, attraverso alla cattiva volontà, questo è importante, non impiega i “talenti” che ha ricevuto. E che cosa avviene allora? Perde questi talenti e avviene quel famoso taglio dei veicoli inferiori.
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Voi chiedete: ma alla successiva incarnazione che cosa accade di questo individuo? Egli deve iniziare tutto nuovamente? No, perché noi vi abbaiamo detto che, in effetti, nessuno torna indietro nel senso di regredire, ma l’individuo segna il passo. Benché questo segnare il passo, in effetti, possa essere considerato una regressione se noi pensiamo che tutto evolve, e anche un soffermarsi rappresenta quindi un lieve regredire rispetto a tutti gli altri.
Orbene, questo individuo che ha subito il taglio netto dei veicoli inferiori, alla reincarnazione successiva avrà un nuovo corpo mentale, un nuovo corpo astrale e un nuovo corpo fisico, questo avviene a ogni incarnazione, ma quando esiste quel germe che sapete, i veicoli nuovi che si formano, se l’individuo aveva acquistato delle facoltà, delle possibilità relative a questi veicoli [quel germe fruttifica]. Invece l’individuo che ha subito il taglio, la cernita, non avrà più queste facoltà, non avrà più queste possibilità.
Ora dovete però considerare che pur non avendole più, purtuttavia rispetto a chi mai ha fatto quella esperienza, vi è una certa posizione di agevolazione nel ritrovare queste facoltà in quanto, bene o male, la coscienza ha vibrato nel trovare queste facoltà.
Supponiamo che un individuo, attraverso a delle esperienze, riesce – che posso dirvi? – ad acquistare il dono di scrivere bene delle poesie, o una qualunque cosa che voi desiderate (noi proponiamo un caso estremamente semplicistico per comodità e per cercare di farvi comprendere e spiegarci meglio); supponiamo che per cattiva volontà questo individuo subisca la cernita, ed ecco che nella incarnazione successiva non saprà più scrivere bene. Purtuttavia, rispetto a chi ancora deve trovare questo talento, chi ha subito un taglio in questo senso, è più avvantaggiato, perché la coscienza, bene o male, ricorda l’esperienza. Certo che la cernita esiste, il taglio esiste e questo dover ritrovare un talento che già si era trovato, è sì un segnare il passo, ma come prima vi dicevo, è anche un regredire. Dali, 19 Maggio 1962
Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo
Alla luce del post precedente, è comprensibile cosa significhi la perdita dei talenti