Bendōwa: l’intenzione di Dōgen nello scriverlo 2-3

Fonti: Il cammino religioso, Bendowa, Stella del mattino. Tollini, Pratica e illuminazione nello Shobogenzo, Mediterranee.

[2] [Traduzione Watanabe-Stella del mattino] Da quando decisi di dedicarmi alla ricerca del vero modo di vivere secondo l’insegnamento di Śākyamuni, ho fatto visita a maestri in ogni parte del Giappone. Tra questi il venerabile Myōzen, discepolo del grande maestro Eisai, che trasmise lo zen di scuola Rinzai in Giappone, era persona che impartiva correttamente l’insegnamento di Śākyamuni. Certamente un uomo come me non può eguagliarlo. Tuttavia, non essendo riuscito neppure con lui a realizzare completamente l’insegnamento di Śākyamuni, mi recai in Cina alla ricerca di un vero maestro.

Durante le mie lunghe peregrinazioni in quel vasto Paese appresi gli insegnamenti caratteristici delle cinque scuole: Hōgen, Igyō, Unmon, Rinzai, Sōtō15. Infine, divenuto discepolo del grande maestro Nyojō16 del monastero sul monte Tendō17, compresi con chiarezza il significato del praticare, in che senso indirizzare la propria vita e in base a quale valore fondamentale viverla.

15 In cinese: Fayan, Guiyang, Yunmen, Linji, Caodong, le cinque maggiori scuole del Chan durante l’epoca Tang.
16 In cinese Rujing (1163-1228).
17 In cinese Tiantong.

In seguito, nell’anno 1227, ritornato in patria subito provai il desiderio di diffondere l’insegnamento di Śākyamuni: responsabilità grave, proprio come caricarsi sulle spalle un pesante bagaglio. Eppure, dato che non è ancora venuto il tempo favorevole, sto aspettando il momento in cui si possa diffondere il vero zazen. Nell’attesa, ho deciso di seguire gli esempi virtuosi dei grandi del passato, viaggiando da un luogo all’altro, leggero come una nuvola e libero come l’acqua che scorre.

Però, in questo caso, le persone che hanno rinunciato completamente alla ricerca della fama e del profitto, pur desiderando sinceramente realizzare il vero modo di essere, il vero modo di esistere, a causa di maestri che fraintendono l’interpretazione dell’insegnamento fondamentale di Śākyamuni, non possono ricevere il giusto insegnamento e finiscono con il procedere alla cieca, in una direzione sbagliata. Non potendo perennemente comprendere la vera realtà della vita, in che modo potrebbero realizzare la suprema conoscenza, discernere il filo conduttore dell’insegnamento di Śākyamuni?

Dal momento che io, ora, non creo le occasioni di radunare le persone per istruirle, se ci fosse chi è alla sincera ricerca del vero modo di essere, dove e a chi potrebbe rivolgersi? Ho pensato allora di comporre un’opera che contenga ciò che ho visto con i miei occhi nei monasteri della Cina, le indicazioni orali del grande maestro Nyojō, l’essenza stessa dell’insegnamento di Śākyamuni; quest’opera sarà per le persone del presente e del futuro l’insegnamento dell’intimo modo di essere trasmesso da Śākyamuni. Questa è la ragione per cui sto scrivendo.


[3] [Traduzione Watanabe-Stella del mattino] Quando Śākyamuni predicò alle genti convenute sul Monte dell’Avvoltoio, trasmise al primo patriarca Mahākāśyapa l’essenzialità del proprio insegnamento. A partire da Mahākāśyapa questo insegnamento fu correttamente trasmesso da un patriarca all’altro sino a Bodhidharma18. Egli si recò in Cina e trasmise l’insegnamento di Śākyamuni al cinese Eka19. Fu questa la prima volta in cui quell’insegnamento fu trasmesso dall’India a un Paese dell’Estremo Oriente. Da quel momento, in Cina, la trasmissione continuò direttamente da un patriarca all’altro. Il sesto fu il grande maestro Daikan Enō20.

18 Figura leggendaria alla quale si attribuisce il merito, nel VI secolo, di aver trasmesso dall’India in Cina la vera pratica del buddismo. È considerato, contemporaneamente, il 28esimo patriarca indiano e primo patriarca cinese dello Zen.
19 In cinese Huike (487-593).
20 In cinese: Huineng (638-713), nome onorifico Dajian (Daikan in giapp.), “grande specchio”.

A partire da allora l’insegnamento di Śākyamuni si diffuse per tutta la Cina; per la prima volta in quel Paese fu realizzato nella vitalità, non più basato solo sulle parole scritte o sulla dottrina. Il patriarca Enō ebbe due discepoli: Nangaku Ejō21 e Seigen Gyōshi22. Ambedue trasmisero il giusto insegnamento di Śākyamuni: sono grandi maestri di vita. Da essi si svilupparono le Cinque Scuole: Hōgen, Igyō, Sōtō, Unmon, Rinzai. Nella Cina contemporanea è diffuso principalmente l’insegnamento Rinzai. La manifestazione espressiva delle Cinque Scuole è diversa, ma il fondamento di ciascuna è l’insegnamento di Śākyamuni.

21 In cinese: Nanyue Huairang (677-744).
22 Qingyuan Xingsi (660?-740?).

A partire dall’ultimo periodo della dinastia Kan23 cominciarono a essere introdotti dall’India in Cina testi e commentari, poi tradotti in cinese, contenenti quell’insegnamento. Sebbene in essi fosse esposta la teoria, dal momento che non erano accompagnati da un esempio vivente di pratica realmente applicata, la base dell’insegnamento di Śākyamuni non era chiara.

Successe così che, in una situazione in cui il vero insegnamento era avvolto dalla teoria, grazie alla venuta di Bodhidharma si diffuse anche in Cina, divenuto lampante, l’insegnamento genuino e semplice di Śākyamuni. Spero fervidamente che in Giappone possa avvenire il medesimo processo.

23 Han in cinese; dinastia che regnò in due periodi: dal 206 a.C. al 9 d.C (Han Anteriori) e dal 25 al 220 d.C. (Han Posteriori). Si pensa che il buddismo sia stato introdotto in Cina durante gli Han Posteriori, nell’era Yongping, o Pace Eterna, (58-75 d.C.). Yongping in giapponese si pronuncia “eihei” nome che Dōgen diede al suo monastero (e quindi fu poi usato anche per lui stesso) forse per segnare così l’inizio del buddismo giapponese, come già nell’era Yongping in Cina.

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Leonardo P.

L’opera di Dogen segno e simbolo di una intenzione e di una vocazione cristalline

Nadia

Grande impresa di Dogen anche questa, segno di una intenzione e volontà sostenute da un sentire illuminato.

Catia Belacchi

Tanta gratitudine a Dogen che ha voluto trascrivere l’insegnamento ricevuto e il suo compreso perché servisse anche ai posteri.

Kita-lu

Maestri come Dogen hanno percorso grandi distanze e affrontato molte difficoltà, abbracciando la solitudine, per apprendere e diffondere i loro insegnamenti. Spero di essere grata e di saper fare buon uso di ciò che mi è offerto.

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