Da: Il libro di François, Cerchio Firenze 77. Qual è il significato profondo del termine «anima gemella» e quale pericolo può nascondersi dietro questo concetto?
Voi sapete che le limitazioni cadono a poco a poco. Nella vita che precede la caduta di una limitazione che vedrà rivelarsi quel sentire equipollente tra più esseri, che poi li condurrà a fondersi in un unico essere, c’è una grande corrispondenza di «amorosi sensi», direbbe il poeta immortale.
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E allora, in quel momento, possono nascere non dico delle passioni, ma degli amori, delle attrazioni che possono andare oltre i pregiudizi della società, magari al di là del sesso di appartenenza; che possono sconvolgere anche, ma che sono irrefrenabili perché conducono proprio al desiderio di stare assieme e alla più straordinaria completezza. Questo perché gli esseri riconoscono l’uno nell’altro la propria integrazione; e queste cose possono portare, ripeto, a visioni anche traumatiche, perché andando, queste sensazioni, questi sentimenti, oltre a certi pregiudizi che vengono dall’educazione, sono spesso combattuti; combattuti dagli stessi interessati, i quali devono vincere le resistenze che vengono dall’educazione che hanno avuto.
L’anima gemella va intesa in questo senso: il preludere a un’unione che sarà a breve scadenza e che aprirà la strada alla maturazione di un sentire più ampio in un essere più completo.
Ora: quale può essere il pericolo del concetto dell’anima gemella? Può essere che quando una creatura sia presa da una passione, la quale niente ha a che vedere con il sentimento, ma che è unicamente dettata da una curiosità di ordine sessuale, può trovare giustificazione alla sua passione travolgente proprio nel dirsi: «Io ho trovato l’anima gemella e per questo l’attrazione che sento per quella creatura va oltre ogni pregiudizio e ogni morale, è giustificata e fondata».
D’altra parte non è detto che l’attrazione fra anime gemelle debba necessariamente sfociare in una completezza sessuale. Può darsi che quando le persone hanno dei pregiudizi ben radicati e l’amore fosse, per esempio, fra madre e figlio – può accadere anche questo, vero? – non necessariamente debba completarsi, anzi direi che non si completa mai, proprio perché ciascuno dei due rimane ancorato alla propria educazione, a certi principi, e la cosa non avviene. In conclusione, non si deve mai scambiare una passione nata dai sensi con un richiamo che ha radici ben più profonde e giustificate.
La frase su cui si può assentire è l’ultima, altrimenti i concetti sono assai confusi.
Nel parlare comune per anima gemella si intende la persona che affettivamente ti corrisponde perché è ” adatta proprio a te”, sia che sia dell’altro sesso sia che non.
Se sei travolto da passione emotiva e fisica per qualcuno non è detto che questo preluda alla caduta di una limitazione e alla comunione dei sentire. Potrebbe anche essere l’opposto.
In ambito spirituale si deve intendere di più, vale a dire una equipollenza di comprensioni che ti fa sentire non due, con l’altro sul piano della coscienza.
Non mi convince la parte relativa al completamento che deve passare per l’unione sessuale…
Non avrei associato il concetto di anima gemella a un puro completamento nell’ambito sessuale. Direi piuttosto che il legame può avere radici profonde, anche di altre vite.