Un fatto importante è che i vangeli attribuiscono a Gesù la capacità di compiere esorcismi e guarigioni. 9
Per spiegare questa capacità, i vangeli fanno uso della metafora, comune nella loro cultura, del “potere” (dynamis), soprannaturale (Mc 5:30; 6:5; Lc 6:19; 8:46; 9:1) che risiede nel corpo di Gesù o della metafora della “espulsione” esorcistica.
I vangeli dedicano uno spazio variabile ai metodi e alle tecniche del guaritore Gesù e sempre in un modo sobrio e contenuto. Essi ci narrano come Gesù usasse le mani per toccare e come usasse la saliva.
Nel caso di Mc 7,32-35, per esempio, Gesù tocca un sordo-muto, mette le proprie dita sulle sue orecchie, pone la propria saliva sulla sua lingua. Poi solleva gli occhi al cielo e il suo corpo è attraversato da una forte alterazione espressa dal verbo stenazô (“respirare con forza”) (cf. PGM 13.945). Alla fine, egli ordina: “Apriti”.
Qui la ricerca da parte di Gesù di un contatto con il soprannaturale è chiara, e la trasformazione corporea causata da questo contatto è anche secondo l’interpretazione di Marco. È ugualmente chiaro che la pratica della guarigione corporea è compresa in base a una interpretazione giudaica delle credenze contemporanee che il potere dell’operatore di miracoli si trasmetta mediante il corpo.
Secondo questa interpretazione teologica giudaica, Gesù ottiene un contatto con il soprannaturale che gli permette di avere una forza da trasmettere. Ciò non consiste in unio mystica, e neppure in un contatto con Dio di tipo cognitivo, ma in qualcosa che il vangelo di Marco concepisce come una discesa di un potere soprannaturale che è trasmesso al corpo di Gesù. Su quindici casi di guarigioni miracolose narrate dai vangeli, nove avvengono tramite contatto fisico.10
Nel vangelo di Marco, gli esempi di coloro che cercano guarigione o liberazione del corpo ripete spesso un medesimo modello: “gli si gettavano addosso per toccarlo” (Mc 3:10), “quanti lo toccavano guarivano” (Mc 6:56, vedi anche Mt 14:36).
Nel caso della suocera di Simone “Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano, la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli” (Mc 1:31).
In tutte queste occasioni, il punto centrale sta nel contatto fisico con il corpo di Gesù. In un episodio narrato nei vangeli sinottici,11 una donna malata di flusso di sangue, “udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: Chi mi ha toccato il mantello?” (Mc 5:27-30; cf. Lc 8:43-48). La scena mostra che il corpo di Gesù è considerato capace di emanare e disseminare una speciale energia fisica (più che fisica diremmo “fruibile attraverso il contatto fisico”, ndr). L’elemento decisivo sta nel toccare il corpo di Gesù (vedi anche Lc 5:13; 7,14; 22,51).
Possiamo dedurne che nella mente degli evangelisti e di Gesù la dynamis del corpo di Gesù fosse immaginata come l’effetto di un particolare contatto di Gesù con Dio? Possiamo connettere le guarigioni operate da Gesù con una sua supposta “esperienza mistica” ? Con una forma speciale di “connessione intima” con Dio?
9 See. Blackburn, Theios Anêr and the Markan Miracle Traditions, Tübingen, Mohr, 1991; Twelftree, Jesus The Exorcist, cit.; Stevan L. Davies, Jesus the Healer. Possession, Trance, and the Origins of Christianity, New York,
Continuum, 1995; J.Meier, Un ebreo marginale, vol. II, Brescia, Queriniana, pp. 595-1236.
10 Guarigioni di paralitici e zoppi (Mc 2:1-12; Gv 5:1-9; Mc 3:1-6; Lc 13:10-17; Mt 8:5-13 / Lc 7:1-11; Gv 4:46-54), of blind (Mc 10:46-52; Mc 8:22-26; Gv 9:1-41), of lepers (Mc 1:40-45 // Mt 8:1-4 // Lc 5:12-16; Lc 17:11-19),
various types of healings (Mc 1:29-31; Mc 5:24-34 / Mt 9:18-26 / Lc 8:40-56; Lc 14:1-6; Mc 7:31-37; Lc 22:49-51); see Meier, Un ebreo marginale, vol. II, cit., pp. 793-907)
11 Mc 5:23-31; Mt 9:18-26; Lc 8:40-56.
Fonte: Gesù mistico?, 2012, Academia
Mauro Pesce
Interessante grazie