Il Cristo del Cerchio Firenze 77/83: la trasfigurazione

Vi siete chiesti anche dell’episodio della Trasfigurazione (Mt. 17,1-8; Mc. 9,2-8 e Lc. 9,28-36). Anche qua, leggendo, vengono alla mente certe domande. I discepoli vedono il Cristo che parla con Elia e con Mosè. Ma, come era possibile che essi riconoscessero Elia e Mosè, che mai avevano conosciuto di persona?

Forse per Elia potrebbe esservi una spiegazione: Giovanni il Battista era Elia reincarnato, è vero figli? E all’epoca della Trasfigurazione, Giovanni il Battista era già trapassato, nel modo che voi tutti sapete. Quindi se egli fosse apparso materializzato, perché si tratta di una vera materializzazione, essi potevano riconoscerlo; ma per loro sarebbe stato più logico dire che il Cristo, in questo caso, era con Mosè e con Giovanni il Battista.

Perché allora dicono: con Elia e con Mosè? Perché si parla di una nube? Perché l’episodio ha un valore simbolico. È realmente accaduto e credo che voi, che qua ci ascoltate da tanto del vostro tempo, non abbiate niente in contrario a credere che sia possibile avere una materializzazione in quella guisa. È realmente accaduto, ma è accaduto in modo che le figure apparse veramente potessero essere riconosciute come le immagini di Mosè e di Elia.

Perché questo? Perché ciò serviva agli ebrei che un giorno sarebbero venuti a conoscenza della parola del Cristo, della sua vita, come testimonianza alla validità del suo insegnamento. E infatti sono scelte due figure le più rappresentative, le maggiori della religione ebraica, dell’Antico Testamento. Non si dice Mosè e Giovanni il Battista, benché Elia e Giovanni il Battista fossero lo stesso individuo. Ma si dice: Mosè ed Elia, proprio perché Elia rappresenta come figura, insieme a Mosè, uno dei massimi esponenti della religione ebraica.

E narrando che questi erano stati a parlare con Cristo, un giorno, gli ebrei, che indubbiamente sarebbero venuti a conoscenza di questo episodio, non avrebbero avuto più reticenze, non avrebbero più avuto titubanze nel pensare che l’insegnamento del Cristo poteva essere in qualche modo in contrasto con la religione ebraica. E infatti anche per gli ebrei di oggi, non possiamo dire che l’insegnamento di Gesù il Cristo sia contro l’Antico Testamento. Ciò che non viene accettato è il fatto che Egli sia Figlio di Dio, questo. Se non vi fosse questa affermazione, e noi sappiamo quanto essa sia vera, certo che il Cristo sarebbe posto insieme a tutti gli altri Profeti, a tutti gli altri Saggi, e per la forza del suo insegnamento, fra questi occuperebbe un posto di preminenza.

Ma è anche certo che la religione cristiana non sarebbe nata; è anche certo che questo insegnamento di amore non sarebbe stato posto in evidenza, come invece è stato posto, nascendo una nuova religione, sulla vecchia, che di questa ha tutti i presupposti, ma che si fonda e vive per l’insegnamento di amore fra gli uomini.

Ecco, voi vedete come tutto sia preciso e calcolato, voi vedete come tutto avvenga nella giusta maniera. Forse taluno di voi può dire che oggi le religioni che portano il nome di Cristo non insegnano l’amore come egli lo insegnò. E io, in parte forse, posso convenirne con voi. Ma ciò non ha importanza: ciò che il Cristo disse, ciò che il Cristo fece, come Egli visse, come trapassò, sono notizie e fatti che gli uomini conoscono; e conoscono tanto che un senso di misticismo, forse coltivato e custodito per paura, per convenienza, per bisogno di conforto, ma c’è, nell’uomo. Si tratta solo di sceverare, di sfrondare, di liberare questo senso di misticismo da ciò che a un tempo stesso lo tiene in vita, lo alimenta e lo soffoca.

Ciò che in un medesimo istante lo giustifica, gli dà corpo e lo contiene nella forma in cui è contenuto ed è negli uomini. Si tratta quindi di liberare questo senso del misticismo, questa fede che esiste un Dio, questa fede in una vita oltre quella che l’uomo sta vivendo nel piano fisico; si tratta di liberare tutto ciò dalla paura che ha l’uomo, si tratta di far vivere tutto ciò non per il conforto che in questo pensiero, in questa fede, l’uomo può trovare; non per la paura che il castigo, da questa fede, l’uomo possa far scaturire. Non per tutto ciò, figli, ma per una convinzione che così è. Dali, 29 marzo 1964

Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo

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