Il Cristo del Cerchio Firenze 77/91: il karma degli ebrei

D – Gli Apostoli hanno veramente detto dei Giudei quello che risulta nei Vangeli, dando la colpa di tutto ai Giudei?

No, certo. Non può essere vero perché non possono essi avere inveito contro i Giudei, quando alcuni di loro per primi furono a rinnegare il loro Maestro. Essi comprendevano, sul piano umano, la natura degli uomini. E al di là del piano umano comprendevano certamente che l’Atto del Cristo così si doveva concludere.

D – Si è detto più volte che il popolo ebraico è oggetto di un karma collettivo.
Sì, sì, certo…
D – Però a me è sembrato che questo karma trascenda il dramma Cristico
Certo, certo! Oh, è anteriore di molto! Di molto!
D – Ecco. Come puoi spiegare questo fatto? È qualcosa insito nella natura di queste persone, oppure c’è veramente un fatto che ha determinato questo stato di cose?

Vi ha accennato, credo, qualcosa la sorella Nephes a proposito di un particolare ambiente, per un particolare nuovo incontrarsi di creature e di esperienze. Ma ciò che ha fatto appuntare l’attenzione degli uomini sulle disavventure del popolo ebraico è dovuto alla grande unione che esiste in questo popolo. Sono molto uniti, e quindi questo essere molto uniti pone in primo piano ciò che a loro accade.

È vero che, ripeto, un karma collettivo esiste, in questo senso: la loro razza da vita e possibilità al consumarsi di un karma collettivo. Poi possono incarnarsi in questa razza, nel senso umano, più creature che hanno da scontare karma collettivi che risalgono ad altre razze. Ma quello è un ambiente perché vi siano consumati particolari tipi di karma collettivi. Questo è vero. Ma è anche vero che la loro unione pone in primo piano questo karma collettivo agli occhi degli uomini, e può quindi, questo cadere sotto l’attenzione, ampliare le dimensioni del karma collettivo stesso.

D – Hai detto che questo karma collettivo deriva dalla loro coesione, no?
Non deriva, è visto accentuato, per gli uomini, per voi, per gli osservatori.

D – Ma allora non mi sembra che tu ci abbia detto come è venuto fuori questo karma. Lì offrono l’ambiente…

Sì, vi è bisogno di un ambiente nel quale possa consumarsi il karma collettivo. E in effetti non possiamo pensare che una determinata comunità la quale abbia un karma collettivo particolare, duri per secoli e secoli e secoli a consumare questo karma collettivo, è vero? Quindi sono più razze che si danno il cambio in seno a questo popolo ebraico, è vero?
Più creature, più entità che si reincarnano, via via, nelle nuove generazioni, e che trovano in questo popolo l’ambiente adatto per consumare un loro karma collettivo. Ma potremmo essere noi, che qua siamo uniti questa sera, che in un domani potremmo reincarnarci, ammesso che quell’ambiente continui a essere così come è oggi, reincarnarci nel popolo ebraico e scontare un nostro karma collettivo che abbiamo mosso assieme. Ad esempio ascoltando o non ascoltando i nostri Maestri spirituali. Alan, 10 aprile 1965

Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo

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