“Vivi il presente” è la raccomandazione presente ovunque. L’abbiamo proposta anche noi, tante volte in passato: non il futuro, non il passato, l’adesso.
Non sempre la raccomandazione è accompagnata dai necessari approfondimenti e allora corre il rischio di rimanere tale perché non si riesce a comprendere come applicarla.
- Non portare nell’adesso il passato e l’ipotetico futuro: ovvero sii vuoto di pregiudizio, di adesione a una tesi e a una visione, sii vuoto di aspettativa quanto di proiezione, di vittimismo quanto di aggressività perché qualunque stato tu stia coltivando copre l’essenza dell’adesso.
- Non portare significa quindi sii vuoto di te: quel “te” è sempre pieno di qualcosa, ma se c’è qualcosa che porti non ci può essere l’adesso, se ti va bene c’è l’adesso colorato di te, di quello che porti; se ti va male, c’è solo l’eccesso di te.
- Non portare per non coprire l’essenza: il fatto che accade ora, qualunque fatto sia, nella sua natura autentica è “sentire“. Non è innanzitutto azione, sensazione, emozione, sentimento, pensiero; è innanzitutto sentire perché tutto sorge dal sentire, quello è il fiammifero che accende il fuoco. L’essenza di adesso è il sentire di adesso: se la copri con ciò che porti di te ci sarai solo tu e nessuna essenza, nessun adesso.
- Vivere l’adesso vuol dire vivere il sentire di adesso. Il termine “vivere non significa un fico secco nell’accezione comune perché è inteso come agire, emozionarsi, pensare, tutti stati apparenti e superficiali che non daranno mai il senso autentico dell’esistere, allo stesso modo di come mai un abito ci renderà saturi di senso e autentici per più di due secondi.
- Sentire l’adesso vuol dire scomparire come soggetto: non c’è adesso se c’è un soggetto che se ne appropria, che dice: “questo è il mio adesso”. Se c’è l’adesso non ci sei tu, se ci sei tu ci sei solo tu e non c’è alcun presente/adesso.
- L’adesso è vuoto di azione, emozione e pensiero: questo non significa che non ci sono, ma che non sono il focus il quale è invece tutto sul sentire.
- Il sentire non è tuo e non ha bisogno di te: se non si comprende questo, se si afferma: “io sento questo”, “il mio sentire è questo”, si è solo in una narrazione che ha ancora al centro sé. Il sentire è il sentire ed esiste solo nel vuoto, nell’assenza, nello scomparire di sé.
Come realizzare tutto questo?
- Ascoltando senza fine;
- osservando senza fine;
- risiedendo senza fine in ogni sensazione, emozione, pensiero, azione.
Cosa significa risiedere?
- Lasciare che sensazione, emozione e pensiero scorrano come l’acqua di un fiume che si osserva da un alto ponte.
- Lasciare che sorga l’esperienza dell’impermanenza.
- Lasciare che sorga silenzio di sé.
- Lasciare che sorga spazio, senso del vasto.
Mentre tutto questo viene vissuto – ovvero mentre accade come complessità multidimensionale generata da un sentire e divenuta autoconsapevole – l’esperienza del sentire senza tempo si farà presente, inequivocabile: solo allora parleremo di Adesso, Presente, Vivere, Essere, Esistere.
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