Via della conoscenza: mettere in crisi la struttura mentale 1.1

[Sommario IA] La mente umana, come strutturata, crea un “io” separato e illusorio, impedendo la percezione della quiete interiore e dei sussurri della vita.
La mente è utile nel quotidiano, ma dannosa per la crescita interiore, poiché focalizzata sull’accumulo di concetti e sul rafforzamento dell’identità individuale, limitando l’orizzonte.

La “Via della Conoscenza” mira a creare un vuoto interiore, liberando dalla mente e dai suoi processi di accumulo e “dover essere”.
La memoria, pur necessaria per vivere e relazionarsi, diventa un impedimento quando costruisce un’identità separata e difensiva, generando dualismo.
Per superare la limitazione della mente, non si può usarla per raggiungere la “realtà non-mente”; è necessario mettere in crisi la struttura mentale, aprendosi a ciò che la eccede. [/S]

Fonte: Via della conoscenza, comunicazioni fondanti riviste e aggiornate nel 2024.

[Prima parte] Ci chiedete che cos’è la mente dell’uomo. È diventata una struttura che dà potere e forma a un pensiero riferito a voi, che configura un “io” separato, che vi pone al centro di un mondo illusorio e che vi agita anche quando vorreste restare un po’ in silenzio. La vita e l’alterità continuamente si narrano, sussurrando, ma quel sottile narrare viene soffocato dalle chiacchiere che si affollano nei vostri pensieri. Vivere nella quiete interiore significa anche percepire quei sussurri, perché pensieri ed emozioni scorrono liberi, e l’attenzione si posa senza nulla trattenere, perché si sa che ciò che bussa morirà e che altro nascerà pur sempre effimero.

Voi pensate che la mente, così come l’avete strutturata, vi serva sia per progredire nella via interiore, sia per acquisire esperienze utili nella vita e nelle relazioni. E non vi accorgete che è una struttura che può solo ripetere gli stessi processi, le stesse deduzioni, le stesse esperienze e gli stessi giudizi, occupando tutto il campo che è davanti a voi e continuando a restringere il vostro orizzonte.

 La mente è utile nel quotidiano, nella concretezza dei fatti e delle azioni del giorno dopo giorno, ma è inutile e dannosa se applicata a quello che chiamate il vostro percorso evolutivo, perché mantiene la vostra attenzione costantemente rivolta a voi, al vostro tragitto, alle vostre conquiste, ai vostri cambiamenti, creando quell’inesauribile bisogno di accumulare concetti per riempirvi e continuare a riempirvi per imparare, comprendere e guadagnare valore.

La via della Conoscenza mette in crisi la mente nei suoi processi di accumulo di contenuti e nei suoi “dover essere”, per creare un vuoto interiore: vuoto di conquiste, vuoto di concetti, vuoto di immagini e di giudizi e scomparsa del vostro centro di identità.  Nel vuoto interiore tutto è non-noto, piccolo, semplice, incompiuto ma già completo in sé, ed effimero.

C’è un viaggio che ognuno di voi può intraprendere; un viaggio dentro se stessi, pur immersi nell’alterità, dove muore ogni meta evolutiva e dove quindi può accadere che a un tratto si senta il passo accelerare e ci si senta condotti da una forza verso dove non si sa.

Un partecipante: Visto che la mente inganna e non ci fa vivere fino in fondo quella che è la vita, allora a che cosa serve?

Una voce: Partiamo dal fatto che la capacità riflessiva appartiene alla forma uomo, non alla forma dell’animale, che ha l’istintualità. La forma uomo ha come prerogativa la capacità di riflettere su di sé, che è anche capacità di memorizzare, e ogni forma vivente ha delle particolarità che la caratterizzano rispetto alle altre forme viventi.

Nella forma uomo, una delle caratterizzazioni della mente è la memoria, che è un aiuto per vivere e per inter-relazionarsi, perché sia dialogare nei rapporti che condividere esperienze si fondano sui ricordi. Quindi la memoria pur essendo la caratteristica naturale della forma uomo, diventa poi la base su cui fondate la vostra identità.  Stiamo dicendo che la memoria diventa un impedimento per vivere la vostra naturalità quando, nel crearvi un’identità, la espandete, facendola diventare la base per concettualizzare la vita e per costruire rapporti di incontro/difesa con l’alterità.

L’uomo impara a strutturare la mente, sia nel come utilizzare la memoria, sia nel come crearsi un sistema di meccanismi ripetitivi che gli impediscono di comprendere la realtà. Perché, inconsapevolmente, trasformate la mente al fine di costruirvi un “io”, che diventa la vostra identità, ma che è separatezza e distinzione. Noi parliamo di un marchingegno, tanto è complessa e continuativa la strutturazione della mente; marchingegno che poi prende le redini del vostro modo di agire, guidandovi attraverso input ripetitivi che si impongono.  

Un partecipante: La mente fa parte della vita? Se tutto è vita, anche la mente, che ci è stata data, non può che far parte di quel tutto?

   Una voce: Dicendo che la mente fa parte del Tutto è, intendi che c’è qualcosa che identifichi come mente e qualcosa che identifichi come Tutto è. Ma in quel Tutto è, voi chi siete?

   Un partecipante: Niente.

   Una voce: No. Solo la non-definizione. Non può la mente appartenere al Tutto è, poiché l’avete trasformata nella centralità di una forma di dualismo che continua a costruire e poi proporre il vostro “io”, distinto e separato dalla vita, che è indifferenziazione, e dal Tutto è, che è unità. Quindi, il vostro mondo mentale e la realtà sono l’uno la negazione dell’altro, poiché la mente è stata strutturata da voi come creatrice di costante differenziazione.  

E allora che cos’è la mente? È la negazione del Tutto è, e quindi, non solo non ne fa parte, ma dentro di voi funge da ostacolo alla comprensione, perché è diventata creatrice di concetti, di etichette e di contrapposizioni.

La vostra struttura mentale non è altro che un marchingegno usato per rifugiarvi dentro il vostro mondo e per difendervi da chissà quali pericoli nella vita. La mente/marchingegno non è realtà: è una gabbia dentro la quale continuate a imprigionarvi; gabbia che vi impedisce di aprirvi oltre quelle vostre barriere e scoprire il mondo possibile.

Un partecipante: Quindi è un limite?

   Una voce: Così strutturata è una limitazione. Attenti, Tutto è, quindi voi, individualità separate e rinchiuse in un “io”, non-siete.

Un partecipante: Come utilizzare la mente per arrivare alla realtà non-mente?

   Una voce: Eccoci giunti alla vostra meta evolutiva! Se pensate di utilizzare la mente per diventare “voi” realtà non-mente, vi ingannate. L’uomo può incamminarsi verso la messa in crisi di quella sua struttura, creatrice di concetti, ma questo non è morire a se stessi; perché accada è necessario che entri in campo ciò che lo eccede. Inizialmente, l’uomo può incominciare a mettere in luce la propria attività mentale, che non è l’attività intellettiva, ma che è la distorsione della dualità, ridotta a essere la centralità del proprio “io”.

   Un partecipante: Voi continuate a ripetere che la mente è la negazione della vita.

   Una voce: Là il mondo mentale è quel velo che vi impedisce di riconoscere la vita e che quindi vi nega la possibilità di aprirvi oltre quel vostro mondo.

Il file PDF di entrambi i post.

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