Fonte: Eihei Dogen, Inmo, Proprio così, traduzione dall’originale giapponese di Jiso Forzani.
Quando il curatore lo ritiene necessario, vengono anche utilizzati frammenti della traduzione di Aldo Tollini così come compaiono nel suo Buddha e natura di Buddha nello Shobogenzo, Ubaldini editore. Dalla redazione del Tollini viene preso anche un brano dell’introduzione e la suddivisione in paragrafi che in Forzani non compaiono.
3 Per esempio, se comprendiamo proprio così che “quando uno cade a terra” è proprio così, quando c’è il proprio così di “senz’altro si rialza da terra” non vuol dire mettere in dubbio che sia caduto a terra.
C’è una parola che viene detta fin dai tempi antichi, che viene detta fin dall’India, che viene detta dall’alto dei cieli. Eccola: «Come si cade appoggiandosi a terra, così ci si rialza appoggiandosi a terra. Se cerchi di alzarti separato da terra, alla fine quella via non c’è» 6.
Questa espressione equivale a “Chi cade appoggiandosi a terra, senz’altro si rialza appoggiandosi a terra, cercare di rialzarsi senza appoggiarsi a terra, senz’altro non si dà” 7.
Se afferri quest’evidenza, ne fai il primo passo del grande risveglio, ne fai la via per abbandonare corpo e spirito. Perciò, se chiedi: “Qual è la ragione per cui tutti i buddha raggiungono la via?” essa è “come il levarsi da terra di chi a terra è caduto”*.
*Dunque i Buddha raggiungono la via perché questo è l’essere delle cose, così non può che accadere, allo stesso modo di chi è caduto a terra, a terra si appoggia per rialzarsi. Se senti la Realtà come Ciò-che-È, tutto è Ciò-che-È, questa è la terra in comune al cadere e al rialzarsi, a ogni momento e fatto del vivere.
Indagando ciò, dobbiamo svelare e rendere trasparente il passato, dobbiamo svelare e rendere trasparente il futuro, dobbiamo svelare e rendere trasparente il tempo proprio così che davvero accade.
Il grande risveglio che è senza risveglio; invece l’illusione che mette fine all’illusione; l’ostacolo di ricevere il risveglio; l’ostacolo di ricevere l’illusione. Altrettanto è la verità del fatto che si rialza poggiandosi a terra chi a terra è caduto.** È espressione della via nell’alto dei cieli e sotto i cieli, è espressione della via a occidente e a oriente, è espressione della via nel passato, presente, futuro, è espressione della via per i buddha antichi come per i buddha attuali. Quest’espressione della via, non è certo un’espressione che non va fino in fondo, è un’espressione che non lascia nulla evanescente.***
**[Tollini traduce] “Nella illuminazione e nella non illuminazione, nell’illusione e perdendo l’illusione, essendo impedito dall’illuminazione o essendo impedito dall’illusione, in tutti i casi, vi è il principio secondo cui sulla stessa terra su cui si cade, ci si rialza”.
Nel Sentiero diremmo: se osservi la Realtà come Ciò-che-È (la terra sulla quale cadi e sulla quale ti appoggi per rialzarti), tutto è Ciò-che-È, questa è la dimensione d’Essere che si apre al contemplante il quale non legge la realtà come illusione o realizzazione, come impedimento o possibilità ma sempre e soltanto come Ciò-che-È.
***Questa del Ciò-che-È è la chiave di volta per sentire ogni realtà, è la cifra che affiora nella comprensione e nella consapevolezza del contemplante quando egli ha superato Essere e divenire e tutto sente uno, Ciò-che-È: allora non si pone più il problema di Essere o di divenire e nemmeno del Ciò-che-È.
6 Parole attribuite a Ubakikuta (lJpagupta) quarto patriarca indiano.
7 Qui Dogen si limita a ripetere in giapponese la precedente espressione che è in cinese: per questo nella traduzione le due frasi risultano pressoché identiche.
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