L’intenzione e il formarsi dell’ambiente astrale 3

Nel primo post di questa serie L’intenzione e la costruzione dell’ambiente fisico esistenziale 1, siamo partiti dall’esempio della formazione dell’ambiente fisico dell’Eremo dal silenzio: continueremo, per rendere semplice l’approccio, con lo stesso riferimento.

L’ambiente vibrazionale complessivo e multipiano che ha preso forma dall’intenzione dei due eremiti e che abbiamo descritto, non è stato il frutto del prevalere dell’intenzione dell’uno in un dato momento e di quella dell’altra in un momento differente, ma la risultante del principio 1+1=3. Due sentire hanno generato un sentire terzo che li contiene e li supera, questo aldilà del ruolo pratico esercitato sul campo da ciascuno dei due. Questa è un’evidenza difficilmente confutabile e per confermarla basta osservare come i rispettivi ambiti di attività di C. e di uma si sono a vicenda fecondati.

L’intenzione originaria ha utilizzato i corpi astrali dei due e ha creato le atmosfere e gli ambienti astrali propri a ciascuno e quello comune dell’Eremo dal silenzio.
Come l’intenzione ha portato a piantumare certe essenze, a provvedere a certi fossi, a disporre a ovest quello e a est questo, sempre l’intenzione ha creato le atmosfere personali astrali piene di interessi per certe letture, certe vite, certi itinerari d’esistere, certe pratiche.

Le atmosfere personali e comuni hanno creato gli ambienti personali e l’ambiente vibratorio astrale dell’Eremo popolato di certi simboli e non di altri, di pratiche con una direzione piuttosto che un’altra: ciò che siamo nel sentire lo siamo anche nel bisogno esistenziale che diviene desiderio astrale.

Il desiderio – tipica manifestazione astrale – non sorge dal corpo astrale il quale nulla può se non è attivato da una corrente di sentire, sorge dal bisogno esistenziale, quel bisogno che conduce dalla frammentazione all’unità, dall’egoismo alla donazione e allo scomparire, dall’atomo di sentire alla Coscienza Assoluta. Bisogno che è inscritto nella natura del sentire, di ogni suo atomo.
Il Tutto Assoluto, per sua natura, conferisce molteplicità all’Essere e lo riassorbe.

Osservando il mondo astrale di una persona, e il suo corpo astrale, si imparano molte cose sulle sue intenzioni: quel corpo da cosa è fatto vibrare, da cosa sollecitato, cosa cerca?
Dietro a ogni attrazione, stimolo cercato, scelta, c’è una intenzione ispiratrice: non mi riempio di trastulli (le mille cose vacue del mondo) astrali se non perché mosso da intenzioni che stanno ancora sondando cosa sia essenziale al vivere e cosa no: se ho già trovato l’essenziale, non ho bisogno di trastulli, l’intenzione/sentire non si muove in quella direzione e non produce certe atmosfere e certi ambienti vibratori.

La mia vita astrale parla di me come sentire: gli interessi, le preferenze, le affettività cercate, i legami costruiti, i bisogni e desideri rincorsi, le frustrazioni, le ossessioni, le nevrosi e i pentimenti mi svelano senza pietà e mi dicono cosa il sentire va cercando, di quali dati abbisogna e in quale aree dell’esperienza li cerca.

Come si può comprendere, non è questione di vivacità astrale o meno, non di questo si tratta: esistono accentuazioni dell’astrale diverse tra individuo e individuo ma tutti hanno corpi astrali perfettamente compiuti e il loro funzionare è in relazione ai dati che l’intenzione/sentire cerca, indaga ed estrae ora più da quel piano con quel corpo, ora più da quell’altro piano con l’altro corpo.

Certo, ci sono vite che sembrano svolgersi nel soddisfacimento di desideri apparentemente ancorati all’astrale, ma così non è: anche se il focus è su un piano, l’apprendimento riguarda tutti i corpi e piani ed è unitario per il sentire: qualsiasi siano i corpi coinvolti, il sentire trae comunque il necessario di quel tempo esistenziale.

Chi ha frequentato l’Eremo del silenzio non ha conosciuto solo un ambiente fisico ma anche un ambiente astrale forgiato dalle intenzioni, dai caratteri e dalle contingenze relazionali.
Come l’ambiente fisico è condizionato da innumerevoli fattori: siccità, umidità, temperatura, vento, qualità del terreno, latitudine e longitudine, così l’ambiente astrale è la risultante di diversi fattori dipendenti dall’intersecarsi delle relazioni e dei caratteri: qualunque sia l’intenzione che permea un ambiente, comunque si incarna attraverso caratteri e relazioni.

L’intenzione viene decodificata dal corpo astrale che è derivazione diretta del carattere e si modula nella relazione e nell’esperienza: intenzione, carattere, relazione generano l’auto consapevolezza della personalità e dell’identità (che non sono la stessa cosa ma qui semplifico).

La percezione della propria personalità muta col mutare dei risultati delle relazioni, con i dati che l’altro ci restituisce; la percezione dell’identità è processo più interno, più determinato dal confronto tra ciò che ci pare d’essere e ciò che sentiremmo di dover essere, dunque dal confronto tra il relativo in atto e il fine esistenziale da conseguire.

Abbiamo affermato che il corpo astrale vibra in relazione allo stimolo fornito dal corpo akasico, dall’intenzione: “il desiderio – tipica manifestazione astrale – non sorge dal corpo astrale il quale nulla può se non è attivato da una corrente di sentire, sorge dal bisogno esistenziale“, eppure esso vibra in continuazione reagendo alle relazioni, alle influenze ambientali.

Tutto ciò che accade interiormente o nell’ambiente sollecita l’astrale e lo fa reagire quindi sembrerebbe autonomo rispetto all’intenzione, ma così non è: l’intenzione, il sentire che ci orienta, determina lo spettro entro cui i corpi transitori reagiscono ed esclude ciò che ritiene non utile e funzionale.

Ecco allora che non reagiamo a tutto indistintamente ma solo ad alcuni stimoli esteriori e ad alcuni impulsi interiori: agiamo e reagiamo nel contesto di un ambito vibratorio stabilito dal sentire.

Dovremmo porci una domanda: da cosa è affollato il mio mondo astrale? Quali desideri, timori, paure, ossessioni, attrazioni lo popolano? Quel popolamento ci direbbe molto dello spettro di sentire coinvolto e manifestato dal nostro astrale, e conoscere l’intenzione che origina sensazioni, emozioni, affetti ci permetterebbe di andare oltre il condizionamento che operano in modo più o meno massiccio. Ci tornerò.

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Kita-lu

“…agiamo e reagiamo nel contesto di un ambito vibratorio stabilito dal sentire.”
Quanto ho letto avvicina alla comprensione di certi processi inattesi, legati all’astrale.

Catia Belacchi

Grazie.

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