Cristo-Cerchio Firenze 77/95: sentire Assoluto e sentire del Cristo

Brevemente avete parlato ancora una volta della figura del Cristo. E avete concluso, mi auguro unanimemente, con una dichiarazione circa quello che avevamo detto sul sentire eterno, quindi continuato, quindi senza successione, da parte del Cristo, dei fotogrammi che lo vedono esplicare la sua missione.

Dunque il massimo sentire che da sempre e per sempre percepisce un Cosmo. Ma come lo percepisce, giacché il massimo sentire tutto percepisce allo stesso modo da sempre e per sempre? Ma è un massimo sentire che tutto percepisce, anche il sentire Assoluto. Come dunque, e che differenza v’è fra questo massimo sentire Assoluto e il sentire del Cristo?

V’è una qualche differenza e sussiste una differenza per il fatto che in alcune zone di spazio e di tempo di un Cosmo è raffigurato, è presente una figura che racchiude in sé il sentire Assoluto? Non so se riesco sufficientemente chiaro. Ponetevi un istante dalla parte del sentire Assoluto; il sentire Assoluto, per quanto concepirlo si possa, è un sentire del Tutto nei particolari; non è un sentire grande di un Tutto nel suo insieme. È un sentire del Tutto.

Se noi diciamo che il Cristo, quando appunto era il Cristo, ovverosia il sentire Assoluto, sente sempre quei fotogrammi in cui è rappresentato, in cui esiste come Cristo, quale differenza può esservi per un sentire Assoluto che sente il Tutto-Uno nei particolari, e un sentire Assoluto che sente il Tutto-Uno nei particolari, ma che è anche esistente come presenza nel particolare del Cosmo, in una zona di spazio e di tempo cosmica? Evidentemente non vi è alcuna differenza, perché non può esservi differenza di sentire nell’Assoluto.

Ma noi abbiamo sempre detto che esiste un virtuale frazionamento, ed ecco allora che questo virtuale frazionamento, non sappiamo con che parole spiegarci perché si tratta di aprire un virus per togliergli il cuore, per dare l’idea con questa espressione, di quali sfumature di concetto noi dobbiamo parlare, e allora in virtù di questo virtuale frazionamento nasce quella differenza per la quale la missione del Cristo ha senso quale noi ve la abbiamo spiegata.

Sempre esistente e sentita per l’eternità. In un tessuto di fotogrammi cosmici, alcuni tessuti per vita stessa del Cosmo in particolare, con la presenza particolare di un sentire Assoluto, per intendersi, personalizzato, ma detto per intendersi. Non vi affezionate alle espressioni che possono trarre in inganno. Dunque, se da sempre e per sempre, se nel tessuto cosmico sono previsti per vita stessa del Cosmo questi fotogrammi, non possiamo parlare di varianti, non possiamo dunque dire che la missione del Cristo poteva avere delle varianti? Certo che no. Kempis, 4 Marzo 1970

Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo

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Natascia

Ancora sul sentire Assoluto. È evidente che il il tema è più complesso di quanto mi sembra aver compreso.

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