Appunti sull’unità d’Essere e sull’abisso che segue 1

13. La via dell’abisso è la via dello scomparire: nell’unità d’Essere, a partire da essa – che coinvolge ogni piano e dimensione – puoi andare oltre. Ogni unilateralità è di ostacolo: se coltivi la fusione nel sentire e qualcosa rimane indietro negli altri piani, o è eccessiva la determinazione sul piano del sentire stesso, il processo si blocca.
Le identificazioni col divenire bloccano il processo, l’eccesso di dedizione all’Essere blocca il processo perché porta con sé tracce di te. Puoi procedere solo senza di te.

L’espressione “tracce di te” va intesa non tanto come soggettività quanto come esistenza di una priorità che rimane complesso azzerare quando altro bussa per essere ascoltato: il permanere in una fissità produce squilibrio evidente, anche se il nucleo di quella fissità è alto e santo. 16.3.25

L’abisso impone l’unità d’Essere su ogni piano/corpo. Abisso non è tanto ascendere quanto realizzare l’unità simultaneamente su tutti i piani/corpi, per alcuni versi è mettere a terra l’unità stessa.
L’abisso diviene evidenza nel particolare più minuto del piano più denso: in quel piccolo fatto si “condensa” il sentire senza limite. 16.3.25

La serie di post di “Contemplazione quotidiana” che precede queste riflessioni sull’abisso.

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Kita-lu

Grazie, si apre l’ascolto nel profondo, mentre in superficie puoi leggere e studiare.

Catia Belacchi

Grazie per questi contenuti cui non siamo pronti ma che ci attirano come una calamita.

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