Dōgen: “Principi dello zazen”, comparazione scritti 1 (zen7)

Fonte: capitolo “Documenti” (parte prima) del MANUALE DI MEDITAZIONE ZEN, di Carl Bielefeldt. Berkeley e Los Angeles: University of California Press, 1989. Pp. 259.

Sull’origine dei ‘Principi della meditazione seduta”.

Il manoscritto originale di questa nota, che si pensa sia di mano di Dogen, è senza titolo. Il testo appare in DZZ Dogen zenji zenshu, Ed. by Okubo Doshu, 2 vols. Tokyo, 1969-70, con il titolo fornito da Okubo Doshu: “Fukan zazen gi senjutsu yurai”.
È stato precedentemente tradotto in inglese in Waddell e Abe, “Dogen’s Fukanzazengi and Shobogenzo zazengi”.

“Principi della meditazione seduta”: Una traduzione compativa dei manuali di meditazione di Dogen

Questa tabella confronta (B) la versione Tenpuku (1233, ndr) del Fukan zazen gi (FKZZG [1]) con le seguenti:
A. CYCK: Ch’an-yüan ch’ing-kuei Tso-ch’an i di Tsung-tse (1103, ndr)
C. FKZZG (2): Koroku Fukan zazen gi (1243, ndr)
D. SBGZ: Shobo genzo zazen gi
E. BDH: Bendo ho, sezione “zazen ho”.

Per comodità di confronto, sono state utilizzate le seguenti convenzioni:
Grassetto:
in CYCK, passaggi comuni a FKZZG (1)
in altri testi, i passaggi comuni a CYCK
(Nel testo di C.B. da noi reperito nel Web purtroppo la formattazione in grassetto è saltata: essendo le frasi dei vari manuali poste in sequenza la comparazione è comunque facile)

Corsivo:
in FKZZG, passaggi non comuni a (1) e (2)
in altri testi, passaggi non comuni a FKZZG

Il Fukan zazen gi (2) è stato tradotto in inglese diverse volte; per un buon esempio, si veda Waddell e Abe, “Dogen’s Fukanzazengi and Shobo genzo zazengi”, che, come indica il titolo, include anche una traduzione del documento D.
Fukan zazen gi (1) è stato reso in tedesco da Heinrich Dumoulin, in ‘Allgemeine Lehren zur Forderung des Zazen von Zen-Meister Dogen’, Monumenta Nipponica 14 (1958): 429-36.
Per le versioni inglesi del Bendo ho, si veda Yokoi Yuho, Regulations for Monastic Life by Eihei Dogen: Eihei-genzenji-shingi (1973), 27-39; Jiyu Kennett, Zen Is Eternal Life (1976), 112-23.
La mia traduzione del documento A è apparsa in appendice al mio “Lo Tso-ch’an i di Ch’ang-lu Tsung-tse e il ‘segreto’ della meditazione zen”.

Continua

[Pubblichiamo alcuni materiali relativi alla zen, alle sue origini e al suo sviluppo nella convinzione che molto si possa indagare non mossi da una intenzionalità speculativa e intellettuale, ma dall’esigenza di chiarire i cardini fondamentali del pensiero di Dōgen – e dello zen classico – quali, tra gli altri, l’equiparazione tra pratica e illuminazione o il senso stesso di pratica e tanto più quello di illuminazione. Cardini non secondari per la vita e l’esperienza di un contemplativo che a ogni istante del suo esistere si confronta con questi temi e dunque si interroga e propone la sua interrogazione.
Dopo la pubblicazione di alcuni materiali che preparino il terreno e illuminino su una complessità mai esaurita, affronterò questi temi:
1. La realtà che definiamo Essere, o natura autentica.
2. Cosa si intende per illuminazione nel Sentiero e l’irrealtà dell’illuminazione istantanea.
3. Cosa si intende per pratica e l’azzardato e relativo parallelo tra pratica e illuminazione.
4. La demitizzazione della nozione di pratica e di illuminazione e la reale tensione tra divenire ed Essere.
5. Formazione e contemplazione in una via spirituale nel XXI secolo. Qui la raccolta dei post]

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