La via della Conoscenza non garantisce nulla, non promette risultati, non offre percorsi da seguire e nemmeno mete evolutive da raggiungere; presenta unicamente provocazioni, paradossi, negazioni e metafore che, incuriosendo, vi svuotano. E contemporaneamente presenta anche l’uso di certi concetti che vi affascinano perché nuovi e perché attraggono la struttura della mente, avida di nuovi contenuti. Tutto questo vi distoglie dal fatto che il contro-processo ha il solo compito di svuotare il vostro mondo mentale pieno di meccanismi e sovrastrutture che creano immagini ed elaborazioni irreali, fraintendimenti ed etichette, insieme a un costante distacco dalla semplicità della vita di tutti i giorni. Quel semplice quotidiano bussa piano, mentre il mondo mentale crea fragore.
Ma, allora, perché in questa altalena può imporsi una quiete interiore? La risposta è che, lasciandosi contro-processare e divenendo consapevoli dei propri meccanismi interiori, lo sguardo incomincia a spostarsi da sé – e da quello che riguarda il proprio ristretto ambito mentale – a ciò che sta oltre quel campo limitato, che è la realtà del mondo intorno. Stiamo dicendo che voi continuate a subire quei su e giù, che vi agitano e che vengono alimentati dalle pretese e dai “dover essere”, proprio nel continuare a sentirvi i protagonisti di ciò che è altro e che non vi riguarda.
In colui che vive la quiete interiore non cambia la successione nel processo mentale, che parte dalla stanchezza e che porta a una perdita=vuoto, che crea un nuovo fascino e che apre le porte a un nuovo piccolo e doloroso vuoto interiore; quello che muta è che lo sguardo non si fissa più sulla preoccupazione che oggi porta tutti voi a cercare di fare passi successivi verso la meta evolutiva e a misurare il come, il quando e il se, sempre riferito a voi e sempre proiettato verso un illusorio progresso interiore.
E ora rispondiamo alla domanda se quella spinta e quella fascinazione possono venire meno e se il contro-processo della via della Conoscenza possa bloccarsi per alcuni, pur continuando a esserci come presenza costante nella vita. In parte abbiamo già risposto, parlando di filtri mentali e di sistemi d’ordine messi automaticamente in moto dalla struttura mentale che difende i suoi contenuti e che si impone a voi. A quel punto la via della Conoscenza muore; anche se muore solo una delle tante possibilità che la vita continuamente presenta, inascoltata. Perché, per essere riconosciute e accolte, anche queste tante possibilità presenti nella vita richiedono che si riattivi lo stesso processo interiore che parte da una stanchezza e da un’insofferenza verso se stessi, producendo una perdita/piccolo vuoto di contenuti, che poi porta a sperimentare, dapprima un fascino e poi una nuova perdita.
Se ora vi domandate se anche quel processo può poi terminare del tutto, e non rinascere, la risposta è semplice: il terminare e non ripresentarsi dipendono dal vostro contino proiettarvi su un prima, che è contento mentale, e su un dopo illusorio, che vi impedisce di stare, momento dopo momento, in ciò che si presenta. Perché la vita si esprime lì, non nelle vostre aspirazioni illusorie, nelle vostre mete o nei processi evolutivi.
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