Cristo-Cerchio Firenze 77/102: la Scintilla Divina dell’uomo Gesù

(PDF A4 per la stampa,12pg.) Quando noi abbiamo parlato del Cristo fino dai primi incontri, coloro che da tempo ci seguono ne sono consapevoli, dicemmo subito di questa doppia natura e ne fummo portati per spiegare la “nascita virginea”.

Quale senso aveva parlare di “nascita virginea”? Ed allora vi dicemmo che il Cristo non aveva ottenuto la sua evoluzione come la otteniamo tutti noi, vi ricordate, è vero? Ma era stato emanato direttamente dal seno del Padre. Da qui appunto l’espressione di “nascita virginea” di Cristo, interpretata poi con la verginità di Maria.

Naturalmente questa era una verità punto di passaggio, perché voi sapete che la verità ultimamente detta è andata oltre queste semplici affermazioni. Vi dicemmo che alla personalità Gesù subentrava la Divinità. Perché questo? Perché Gesù era colui che preparò il corpo, i veicoli, per la manifestazione della Divinità Cristo.

Infatti se voi pensate alla preparazione del corpo fisico, ad esempio, del corpo astrale, del corpo mentale, era perfettamente inutile e, d’altra parte impossibile che uno Spirito, tanto per chiamarlo così, massimamente evoluto come il Cristo, preparasse questi veicoli. Ed allora c’era, dicemmo a quell’epoca, una specie di discepolo che preparava i veicoli fino a quando non furono pronti per accogliere il vero Cristo, cioè la Divinità.

Questa divinità che non avrebbe ottenuto la evoluzione nel modo che la otteniamo tutti noi, ma che sarebbe stata emanata direttamente dal Padre. Questo discorso di dire che non aveva ottenuto la evoluzione come la ottengono tutti gli individui, ma che era emanata direttamente dal Padre, stava proprio a spiegare il senso della frase “emanato dal Padre”. Allora non potevamo dirvi che la manifestazione del Cristo altro non era che la manifestazione della Scintilla Divina dell’uomo Gesù, perché avremmo creato molta più confusione di quella che non si è prodotta, lo stesso, dopo.

Quindi per incamminarvi in un certo senso alla spiegazione più avanzata, più aderente alla realtà della manifestazione della Scintilla Divina, dicemmo che era emanata direttamente dal Padre. Ma se noi andiamo ad osservare bene questa espressione, vediamo che in fondo non è poi tanto lontana dalla Realtà perché la manifestazione della Scintilla Divina dell’uomo Gesù può, in un certo senso, definirsi emanazione diretta dell’Assoluto. Come se ad un certo punto della vostra esistenza di individui potesse manifestarsi nella sua Divinità, completezza, pienezza di evoluzione, la vostra Scintilla Divina.

Voi non potete pensare che la Scintilla Divina, quel frammento di Divinità che ciascun individuo ha dentro di sé, sia un frammento di una Divinità non Divina; che sia una sorta di Divinità che deve perfezionarsi, è vero? Ciascun individuo ha un frammento di Divinità in sé e questa Divinità è Assoluto, è Colui che è, non è soggetto a evoluzione.

Dunque, se questo frammento di Divinità che è in ciascuno di voi, ad un dato momento riuscisse, per parlare in linguaggio figurato, a perforare tutti gli involucri dai quali è circondato per giungere alla vostra consapevolezza, ecco che sarebbe una diretta emanazione del Padre. Cioè non sarebbe l’individuo che sale alla Divinità, ma la Divinità che scende all’individuo.

Nella figura del Cristo è avvenuto questo. L’uomo Gesù, ad un certo punto della sua esistenza, in più punti saltuariamente e poi per un periodo più lungo, ha comunicato con la sua Scintilla Divina, con quel frammento di Divinità che era in lui come è in tutti gli uomini. E quindi ha parlato Dio, non era più Gesù, era il Cristo, così si è chiamato. Ma noi vogliamo andare ancora oltre queste semplici affermazioni che non presentano, credo, di fronte alla comprensione, nessuna difficoltà. Se voi credete che in ciascuno di noi ci sia un frammento di Divinità, che poi è questa una immagine, perché la Divinità è unica e individuale, ma che ciascuno di noi, diciamo più precisamente, faccia capo nell’intimo suo a Dio, non possiamo pensare, se credete questo, che questo Dio con il quale nel più profondo del nostro essere troviamo testimonianza, sia un Dio diverso dall’Assoluto: è l’Assoluto e se deve e può comunicare, comunica l’Assoluto.

Ma, direte voi, come è possibile che l’Assoluto comunichi attraverso a dei corpi, a dei veicoli umani? Certo che, per quanto noi possiamo pensare ed immaginare vi è indubbiamente una limitazione. Cioè nella figura del Cristo, cioè di Dio Assoluto che parla attraverso ai veicoli preparati dall’uomo Gesù, noi non possiamo che vedere un Assoluto ancora, in qualche modo, limitato. Limitato, non fosse altro, dalla necessità di farsi intendere dagli uomini.

Allora, se noi parliamo di Assoluto limitato, voi dovete immediatamente collegare questa cosa alla progressione del sentire, perché solo l’Assoluto nella sua vera natura non soggiace a illusorio trascorrere. Ma quando noi parliamo di limitazioni, ecco che allora ci distogliamo da questo principio, da questa verità del non tempo, non spazio, non successione, per cui potremmo dire che la manifestazione Divina di Cristo potrebbe avere un suo tempo, ma dove?

Nell’Assoluto no, nell’Assoluto non può esistere tempo; ma in una zona del manifestato, in una zona dell’Essere, di quell’essere del quale conosciamo vari punti: punto che si chiama Gesù, punto che si chiama Cristo, punto che si chiama Dio-Assoluto. Quando, dunque, se noi andiamo ad osservare la progressione del sentire, è sentito questo Essere nei suoi punti?

Ecco: l’Essere Gesù secondo la progressione del sentire dell’individuo, come il vostro, né più né meno; da un sentire più semplice si passa ad un sentire un poco più complesso e via e via attraverso prima alla sequenza dei fotogrammi, poi non v’è più bisogno di fotogrammi, ma il sentire fluisce spontaneamente. E questo è tutto chiaro; il sentire dell’uomo Gesù è analogo al sentire di tutti gli individui. L’altro sentire, quello del Cristo, di che cosa fa parte? Noi vi abbiamo detto che è sentito sempre, fa parte della individualità di quell’essere che conosciamo come Gesù, come Cristo, come Dio. E come individualità è sentito sempre. In un attimo eterno il sentire della  individualità di ciascuno di noi percepisce i vari sentire successivi del singolo individuo (cui ha dato origine, ndr).

Così il sentire della individualità Cristo, in un solo attimo eterno, percepisce tutti i sentire dell’uomo Gesù, non solo, ma percepisce un sentire singolare che le altre individualità non hanno ed è quel sentire di ritorno fra gli uomini, nel mondo umano, per missione, limitato dalla carne, da tutto quello che volete, per aiutare gli uomini. Dunque vedete questa singolarità di questa individualità che possiamo chiamare Cristo, che ha un sentire quasi Assoluto, definizione terribile, che fa sì che contenga questa esistenza dei ritorni fra gli uomini.

Perché dico dei ritorni? Perché questo fatto/episodio che voi conoscete della esistenza di questo essere col nome di Gesù-Cristo, non è né il primo né l’ultimo. Questo essere che alcuni chiamano Signore del Mondo e con altri nomi, periodicamente ritorna. Chi ritorna? Ritorna Scintilla Divina in una forma limitata, non di Assoluto nel suo fulgore, abbiamo visto, vero? Questo sentire che possiamo dire di individualità, io spero di essermi spiegato sufficientemente, ritorna e ritorna sempre nella stessa forma.

Andiamo a vedere, per comprendere meglio, l’episodio precedente al Cristo: quello di Krishna. Ecco, anche nel Krishna si è avuto lo stesso procedimento. Quell’uomo che poi nella vita successiva si chiamò Gesù aveva un altro nome in precedenza e preparava i veicoli per la manifestazione di questa Scintilla Divina che allora chiamarono Krishna; cioè che allora dette origine ad un essere vivente, ad una personalità, ad un uomo vivente che allora fu chiamato Krishna. E Krishna stesso lo dice parlando al suo discepolo: “Ogniqualvolta la legge viene meno e la licenza prende il sopravvento, Io ritorno. Ritorno per proteggere i deboli, i derelitti, i perseguitati”. Ed ogni volta infatti, è questa manifestazione.

La manifestazione successiva, ho detto, fu quella di Gesù-Cristo. Quel Gesù era lo stesso individuo che aveva preparato i veicoli al  Krishna e che naturalmente nella vita successiva noi ritroviamo ad un grado di sentire più complesso perché segue l’evoluzione di tutti, è vero? Come noi, naturalmente, ad una vita successiva abbiamo un grado di sentire superiore.

Finalmente siamo arrivati al ritorno del Cristo o del Krishna perché sì, siamo prossimi ad una nuova incarnazione del Maestro, da ogni parte questo è annunciato ed è sentito, direi. Ma questa volta il ritorno del Maestro avrà una risonanza diversa perché corrisponderà ad un ritorno dall’intimo di ognuno. Vedete, si parla di fine del mondo, i profeti di sventura sono moltissimi. Il mondo dovrebbe finire: mille e non più mille. Ma, più che fine del mondo, si tratterà di fine di un mondo. Perché veramente sarà una trasformazione indescrivibile e il ritorno del Cristo, dall’intimo di ognuno, farà parte di questo capovolgimento, di questa meravigliosa distruzione del mondo dell’egoismo, della incomprensione, dell’ingiustizia.

Forse a voi, che in questo momento vivete fra tante belle comodità che vi ha dato il progresso, ed agi, anche delle impressioni di disordine, di crudeltà e via dicendo, di disinteresse, di egoismo, farà piacere sapere che queste situazioni sono situazioni estremamente transitorie; che ciò che rende l’uomo diverso, in un certo senso, da altre forme di vita o, se vogliamo dirlo più chiaramente, più evoluto di altre forme di vita, si farà strada nell’uomo e sarà questo che salverà il mondo, veramente, dalla fine nel senso catastrofico che i profeti di sventura danno. Il mondo non finirà in quel senso lì, ma più che in quel senso finirà perché si trasformerà, perché corrisponderà ad un modo di vivere più immediato, più semplice, senza ipocrisie, più pieno di comprensione reciproca. Ed io vi auguro, a voi che certe volte siete come confusi e smarriti, di poterlo vedere presto, di poter vedere presto i segni di questa trasformazione.

Ma a questo punto, ciascuno di voi deve farsi una domanda: ed io che cosa faccio per preparare il ritorno del Cristo? Voi siete testimoni di questi colloqui, voi vedete ed udite cose che altre creature per tutta un’esistenza hanno cercato senza raggiungere. Voi che avete fatto quasi una specie di abitudine all’inconsueto, al fenomeno, al fatto straordinario, al di fuori dei fenomeni che generalmente si osservano, delle leggi consuete della natura, dovete chiedervi, a questo momento, che cosa fate.

Veramente il timore di parlare di spiritismo e di essere per ciò posti in un certo senso in berlina, è la ragione vera che vi fa essere cauti e prudenti nei riguardi dei vostri simili? O non è piuttosto una forma di pigrizia, di non volersi impegnare, di non volersi adoperare?

Poiché si è parlato del Cristo, questa sera, viene alla mente una parabola, la parabola dei talenti che forse bene si adatterebbe a taluno di voi. Pensate, anche questi giovani, studenti, studiosi, giovani in genere che hanno una preparazione, che hanno con le stesse loro mani visti e toccati dei fenomeni, udito questi insegnamenti, che possono scrivere, fare degli articoli, li fanno?

Noi siamo sempre stati contrari alle forme di organizzazione e confermiamo questo; ma ciascuno, singolarmente, per propria parte, parlando senza citare la fonte, con tutte le cautele del caso che non debba mettersi in ridicolo, quante volte potrebbe parlare ad un suo vicino ed aiutarlo e non lo fa? Ma perché non lo fa? Qualunque sia la ragione per la quale non lo fa, è una ragione errata, credetelo, fratelli. Kempis, 9 Maggio 1974

D – Vorrei sapere che differenza c’è fra la Scintilla Divina, l’Assoluto nell’uomo, e la Scintilla Divina, l’Assoluto in Cristo.

Nessuna assolutamente. Infatti noi abbiamo chiamato queste Scintille Divine un illusorio frazionamento dell’Assoluto. Quando parla, ammesso che ciò sia possibile, la Scintilla Divina, parla l’Assoluto. Parla per tutti nello stesso modo, parlerebbe per tutti nello stesso modo.

D – Sul Cristo emanato da Dio, senza necessità di reincarnazione… Anche negli uomini la Scintilla Divina non si può reincarnare, questo non capisco.

Appunto, dovete tenere presente ciò che era detto in passato, anche da noi, in una forma velata e che costituiva una verità punto di passaggio, delle quali prima vi parlavo, come quella della nascita virginea di Cristo e della sua evoluzione raggiunta in modo diverso dalla vostra. Questo volevamo significare.

Approfondendo, oggi voi siete a conoscenza della manifestazione della divinità che è in ognuno di noi nella persona umana Gesù. Certo che l’Assoluto non ha bisogno di reincarnazione, è chiaro questo. Ma quando la figlia Zoe si reincarna, si reincarna tutto l’individuo Zoe (si attiva quel processo guidato dall’individualità che ha originato in passato l’individuo – figlia Zoe, ndr) il quale si incentra, fa capo, ad un illusorio frazionamento dell’Assoluto o Scintilla Divina.

Allo stesso modo è avvenuto per la personalità Gesù che ha seguito varie incarnazioni. Spesso, o direi più volte, nelle incarnazioni umane di questa personalità che una volta si è chiamata Gesù, un’altra volta si è chiamata Ananda, un’altra volta si è chiamata Koot- Hoomi, e in modo ancora diverso si chiamerà, si è manifestata la Scintilla Divina sulla quale questa individualità gravita. Quindi non vi è evoluzione della Scintilla Divina, ma unicamente della personalità (coscienza, ndr) che ha mutato tutte queste vesti terrene. Dali, 19 Dicembre 1974

Poiché circa la figura del Cristo molti di voi hanno le idee confuse, pur essendo convinti che ciò non dipenda dalla non facile accessibilità dei concetti che abbiamo esposti ma dipenda da remore psicologiche dovute all’attaccamento romantico verso la figura quale la si era immaginata, proverò a riassumere e ripetere in modo del tutto pedestre ciò che a più riprese e gradualmente abbiamo detto circa questa figura.

Immaginate di dover disegnare un sole con tanti raggi. Adesso ai raggi sostituite degli alberi ad un sol tronco, ma con diversi rami. Il sole simbolizza la Divinità, i tronchi le individualità degli esseri che confluiscono nella Divinità; i rami le personalità rivestite nelle varie incarnazioni. Adesso prendiamo in esame la individualità che vi interessa, quella che dagli occultisti è denominata “Signore del mondo” (il Cristo, ndr).

La denominazione deriva dal fatto che quella individualità ha una duplice particolarità:
– la prima è quella di avere certe sue incarnazioni in personalità (rami) collocate in periodi e luoghi chiave per la evoluzione spirituale delle razze umane.
– La seconda particolarità, senza della quale la prima sarebbe fine a se stessa, è che queste personalità, a tratti, nella vita terrena, diventano canali della Divinità. E ciò non perché si tratti di personalità tanto evolute da essere in contatto con la Divinità nel senso più alto (altrimenti dovrebbe trattarsi di un essere ormai svincolato dalla ruota delle nascite e delle morti) ma perché la Divinità (il sole centrale, attraverso il tronco) a tratti giunge alla personalità (ramo) e da lì parla agli uomini. Nelle altre individualità ciò non avviene. Gli esseri che hanno raggiunto alte vette evolutive sono già svincolati dalla ruota delle nascite e delle morti.

L’altezza evolutiva che esprime Gesù quando è Cristo, cioè quando in lui parla la Divinità, non è l’altezza evolutiva dell’uomo Gesù, ma è l’altezza della Divinità che scende nell’uomo.

Se fosse diversamente da così, Gesù sarebbe sempre Cristo, cioè sarebbe sempre stato la Divinità, mentre così non è avvenuto: gli stessi cattolici studiosi di teologia, riconoscono che non sempre Gesù era onnisciente. Nei Vangeli si legge che Gesù non conosceva il giorno e l’ora del giudizio finale.

Ripeto: l’individualità “Signore del Mondo” ha tutte le fasi evolutive come ogni altra individualità; le diverse incarnazioni con personalità diverse. La particolarità sta nel fatto che queste personalità sono collocate in punti strategici della evoluzione spirituale umana e nel fatto che queste personalità  a tratti divengono canali della Divinità e ciò non per evoluzione raggiunta (poiché in tal caso non sarebbero più personalità umane, incarnate), ma perché la divinità con quel mezzo, dall’esterno, si propone all’uomo affinché l’uomo la trovi nell’intimo suo.

Certo, il così detto mistero della incarnazione Divina non è tutto contenuto in queste poche parole, ma io spero che esse possano rimettere un po’ d’ordine in chi ha le idee confuse. Se mi sono spiegato bene, troverete che tutto quello che vi abbiamo detto a più riprese e gradualmente sulla figura del “Signore del Mondo” è qui sintetizzato in modo coerente.

Troverete, inoltre, che questo concetto non contrasta con quello espresso ultimamente circa l’assurda convinzione di alcuni che una vita umana possa essere vissuta unicamente per missione nei confronti dei propri simili e nulla arrechi all’essere che la vive. Invece accade frequentemente che la vita di un essere rechi evoluzione a colui che la vive e al tempo stesso sia di stimolo all’evoluzione di molti altri uomini. Solo in questi termini va intesa una vita di missione nei confronti dei propri simili. Dali, 7 Febbraio 1977 (ricevuta in scrittura diretta)

Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo

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Catia Belacchi

Che la Scintilla Divina, come Cristo, si è manifesta diverse volte nella Storia, in virtù di individui come Gesù che hanno preparato i veicoli fisici, grazie al CI è cosa ormai assodata.
Che il Cristo poi ritornerà ancora, ma questa volta nell’intimo dell’uomo, lo aveva annunciato lo stesso Cristo prima di andarsene dopo la sua morte.
Cito a memoria, mi sembra da Giovanni: “Io torno al Padre ma non vi lascio soli, vi lascio il Paraclito”.
E dopo che gli apostoli ebbero ricevuto lo Spirito, il loro intimo cambiò e giunse la vera conversione..

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