Fonte: Eihei Dogen, Inmo, Proprio così, traduzione dall’originale giapponese di Jiso Forzani.
Quando il curatore lo ritiene necessario, vengono anche utilizzati frammenti della traduzione di Aldo Tollini così come compaiono nel suo Buddha e natura di Buddha nello Shobogenzo, Ubaldini editore. Dalla redazione del Tollini viene preso anche un brano dell’introduzione e la suddivisione in paragrafi che in Forzani non compaiono.
Il maestro Zen Daikan73 del monte Sokei una volta per dare indicazioni al maestro Zen Nangaku Daie 74 dice: «Questa cosa proprio viene proprio così» 75.
Questa parola equivale a dire che proprio così è senza dubbio, perché inconoscibile, perché questa cosa è proprio così, e in verità dobbiamo investigare il fatto che tutte le cose sono certamente questa cosa proprio. In verità dobbiamo investigare il fatto che una cosa è certamente questa cosa proprio.* Questa cosa proprio non risiede nel dubbio, viene proprio così.
*L’esperienza del Ciò-che-È, una volta interiorizzata a partire da singole e specifiche esperienze di contemplazione, diviene una costante della nostra percezione del Reale: tutte le cose, persone, fatti, situazioni, relazioni sono il Ciò-che-È. Tutta la Realtà che appare nel divenire, altro non è che Essere.
Sermone all’assemblea di Kannondori Kōshō Hōrinji, il 26° giorno del 3° mese lunare del 3° anno di Ninji (1242).
73 Un altro nome del 6 Patriarca.
74 Nangaku Ejō (Nan yang Hui chung) 675-775
75 Vedi Busso – La natura autentica, pag.30, riga 5. Lì questa stessa espressione (Shi shi ma
butsu inmo rai) era stata tradotta «Questo che cosa è che viene così?». Qui appare opportuna una diversa traduzione, non in forma interrogativa e mettendo in rilievo l’espressione proprio così.
- → Contemplare il paradigma del Cerchio Firenze 77:
non un commento ma delle contemplazioni attorno ai fondamenti dell’Essere e del divenire. - Eremo dal silenzio, tutti i post dei siti
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Colgo le similitudini con la Via della Conoscenza, soprattutto nel riconoscere che tutto è il Ciò-che-È. Ma in Dōgen mi sembra che venga messo in luce in modo più profondo il senso del contemplare, come esperienza viva e diretta.