PARTE II. Parliamo di Assoluto e di relativo. L’uno contiene l’altro, l’altro è emanazione dell’uno. Ciò che è nell’Assoluto e che non sia Assoluto – giacché l’Assoluto è Lui solo, ed È Colui che È – è relativo; ma ciò che non è Assoluto non può essere che diverso da Lui, in altre parole non possono esservi due Assoluti.
Fonte: Conseguenze logiche del concetto di Eterno Presente, dal libro: Cerchio Firenze 77, Oltre l’illusione, ed. Mediterranee.
Nei brani dei testi che sono sottoposti ad analisi, il grassetto di termini e frasi riguarda parole chiave e concetti cardine da sottoporre alla contemplazione secondo il sentire del curatore; ogni lettore, chiaramente, può sentire in modo differente.
Il commento di uma non vuole spiegare il testo di Kempis e del Cerchio Firenze 77, sono semplici contemplazioni sviluppate a partire da un impulso presente nel testo.
[→uma] “Non può che essere diverso da Lui”
Il contemplativo è arso da un fuoco e ogni esperienza lo porta sempre davanti alla stessa porta perennemente aperta: entrare non essendo qualcuno. Fermo sulla soglia si guarda, si sente e cerca di comprendere se resta qualcosa di sé: finché resterà, la porta aperta non sarà valicabile.
Finché sarà diverso, rimarrà una distanza, infinitesima quanto vuoi, ma questo è il regno delle sfumature e basta una increspatura per sottolineare una differenza conseguenza di una alterità: c’è ancora qualcosa, qualcuno, un altro non il vuoto. [/uma]
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