La volta scorsa abbiamo parlato del Cristo. E abbiamo dimenticato di dire qualcosa di ciò che non è il Cristo, dell’Anticristo. Pensate: preannunciato dall’Apocalisse, dai profeti di sventure e persino dai giornali che hanno problemi di tiratura, avanza l’Anticristo!
Ma chi sarà questa bestia che osa opporsi al Cristo “Via Verità e Vita”? Come potremo noi riconoscerlo per non essere sorpresi dal suo sopraggiungere? Come distinguerlo, con le sue insidie, i suoi inganni? Noi dobbiamo guardarlo in faccia questo tracotante Principe delle tenebre.
L’Anticristo direi, che insidioso si nasconde nella tacita acquiescenza della tirannia, dell’errore e dell’ingiustizia. Regna quando, alla chiarezza delle azioni, si sostituisce la congerie delle parole, dei compromessi volti a nascondere l’incapacità.
Impera quando la libertà è usata a fini egoistici e quindi diventa illiceità, quando si smarrisce il senso della misura e l’intemperanza acceca gli uomini. Quando la carità diventa una vuota formalità fatta per accrescersi, per meritarsi il cielo, non per amore al prossimo; quando si abbandonano gli ideali morali non per migliorarli, ma per dare libero sfogo alla cupidigia.
La religione che si serve degli insegnamenti dei maestri per maledire, per condannare i suoi nemici, è religione dell’Anticristo. Come potrebbe chiamarsi diversamente una religione che è ridotta a un giogo imposto dal timore di una eterna perdizione, ridotta a una scienza dell’assurdo o della follia?
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E come chiamare se non “razza di vipere” chi ha ridotto la parola di amore abolitrice di ogni sacrificio di sangue a motivo di divisione, di odio, di rancore? O chi ha fatto di Colui che predicava il perdono, nuovo motivo di vendetta, di guerra, di massacro? O chi ha fatto di Chi nulla possedeva, nemmeno una pietra dove posare il capo, ragione di estorte ricchezze?
Ma chi siete voi che vi ritirate dal mondo e avete la pretesa di insegnare al mondo, se non ciechi che guidano altri ciechi? E chi è il vostro Dio che misura la sua onnipotenza con la debolezza dell’uomo, se non l’Anticristo?
Allora, se tutto questo è l’Anticristo, questo apocalittico nemico dell’uomo, non è tanto lontano da noi, non è di là a venire, ma è in noi, si aggira in noi e fra noi da almeno 3000 anni. Oh, beata innocenza dello sprovveduto che getta uno sguardo al di là del velo del tempo e confonde il futuro con il tragico presente! Se questa è la verità, una diversa domanda dobbiamo farci: quando finirà il regno dell’Anticristo?
Quando la maledizione sarà maledetta, quando saremo liberi dalla schiavitù delle passioni, dagli errori dell’ignoranza, dalle pene del timore, dalle angosce del desiderio; allora la bestia e il falso profeta saranno gettati “nello stagno ardente di fuoco e zolfo”. Quel giorno cesseranno di credere senza conoscere e di conoscere senza credere. Ma nella nostra debolezza, in attesa di questo giorno, come andare avanti? Come comprendere qual è la via più breve? Ascoltiamo con reverenza Chi può indicarcelo. Kempis, 30 Maggio 1974
Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo
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