Dōgen: “Principi dello zazen”, comparazione scritti 8 (zen14)

Fonte: capitolo “Documenti” (parte ottava) del MANUALE DI MEDITAZIONE ZEN, di Carl Bielefeldt. Berkeley e Los Angeles: University of California Press, 1989. Pp. 259.
Con l’integrazione della traduzione del Fukanzazengi della Stella del mattino, di A. Tollini, di Nishijiama e Cross.

Confronto tra la versione Tenpuku (1233, ndr) del Fukan zazen gi (FKZZG [1]) con le seguenti:
A. CYCK: Ch’an-yüan ch’ing-kuei Tso-ch’an i di Tsung-tse (1103, ndr)
C. FKZZG (2): Koroku Fukan zazen gi (1243, ndr)
D. SBGZ: Shobo genzo zazen gi
E. BDH: Bendo ho, sezione “zazen ho”.

Corsivo (riportato qui dal curatore solo nei casi più rilevanti):
in FKZZG, passaggi non comuni a (1) e (2)
in altri testi, passaggi non comuni a FKZZG

Il grassetto è sempre del curatore e sta a indicare passaggi rilevanti o cambiamenti sostanziali: argomenti che verranno affrontati nei commenti che seguiranno.

Cyck
Una volta sistemata la postura e regolata la respirazione, è necessario rilassare l’addome. Non pensate a nulla di buono o di cattivo. Ogni volta che si presenta un pensiero, siate consapevoli di esso; non appena ne sarete consapevoli, svanirà. Se rimanete per un lungo periodo dimentichi degli oggetti, diventerete naturalmente unificati. Questa è l’arte essenziale dello tso-ch’an.
In tutta onestà, lo tso-ch’an è la porta del dharma della facilità e della gioia. Se ci sono molte persone che si ammalano [a causa della sua pratica], è perché non ne hanno cura.

Fkzzg (1)
Una volta che hai sistemato la tua postura, dovresti regolare il tuo respiro. Ogni volta che un pensiero si presenta, prendine coscienza; non appena ne sei consapevole, svanirà. Se rimani per un lungo periodo dimentico degli oggetti, diventerai naturalmente unificato. Questa è l’arte essenziale dello zazen. Lo zazen è il portale dharmico della grande facilità e gioia.

Fkzzg (2)
Una volta che hai regolato la tua postura, fai un respiro ed espira completamente. Dondola a sinistra e a destra. Seduto immobile, pensa a non pensare. Come si fa a pensare a non pensare? Non pensare. Questa è l’arte essenziale dello zazen. Lo zazen non è la pratica del dhyana (dell’imparare, ma dello stare, ndr): è semplicemente il portale del dharma di facilità e gioia. È la pratica e la verifica dell’illuminazione ultima. Il koan realizzato, cesti e gabbie non possono arrivarci.

[La Stella del mattino traduce] Dopo avere regolato la posizione nel modo descritto, espira tranquillamente e poi inspira. Fa qualche movimento ondulatorio con tutto il corpo a destra e a sinistra. Quindi siedi immobile. La disposizione del tuo pensiero si posi su questo fondo del non pensiero. Come la disposizione del pensiero si posa sul fondo del non pensiero? Impensato. Ecco, questo è il fulcro distintivo dello zazen. Zazen non consiste nell’apprendere a meditare [nell’apprendere lo zen]. Semplicemente è la porta reale della pace e della gioia, è la pratica avverata che arriva alla pienezza del risveglio. Il presente si fa presente con evidente profondità, qui non arriva la ragnatela dei condizionamenti e delle illusioni. [/sdm]

[Tollini traduce] Dopo aver regolato la postura del corpo, esalate un respiro profondo e oscillate a sinistra e a destra. Sedete stabilmente e con determinazione. Fate pensiero il non pensiero. Il non pensiero! come pensarlo? Con l’a-pensiero. Questa è quindi la tecnica essenziale dello zazen. Lo zazen non consiste in una tecnica da imparare: è semplicemente il dharma della pace; è la pratica e la realizzazione della bodhi finale. Realizzando questo koan non sì è intrappolati nella rete. [/T]

Sbgz
Avendo così regolato corpo e mente, fai un respiro profondo ed espira completamente. Seduto in modo stabile, pensa a non pensare. Come si fa a pensare a non pensare? Non pensare. Questa è l’arte dello zazen. Lo zazen non è la pratica del dhyana: è la porta del dharma della grande facilità e gioia. È una pratica e una verifica pura.

Bdh
Regolato corpo e mente, solleva il busto ed espira completamente diverse volte. Rilassati sia dentro che fuori. Oscilla a sinistra e a destra sette od otto volte. Seduto in modo stabile, pensa a non pensare. Come si fa a pensare a non pensare? Non pensare. Questa è l’arte essenziale dello zazen.

[Pubblichiamo alcuni materiali relativi alla zen, alle sue origini e al suo sviluppo nella convinzione che molto si possa indagare non mossi da una intenzionalità speculativa e intellettuale, ma dall’esigenza di chiarire i cardini fondamentali del pensiero di Dōgen – e dello zen classico – quali, tra gli altri, l’equiparazione tra pratica e illuminazione o il senso stesso di pratica e tanto più quello di illuminazione. Cardini non secondari per la vita e l’esperienza di un contemplativo che a ogni istante del suo esistere si confronta con questi temi e dunque si interroga e propone la sua interrogazione.
Dopo la pubblicazione di alcuni materiali che preparino il terreno e illuminino su una complessità mai esaurita, affronterò questi temi:
1. La realtà che definiamo Essere, o natura autentica.
2. Cosa si intende per illuminazione nel Sentiero e l’irrealtà dell’illuminazione istantanea.
3. Cosa si intende per pratica e l’azzardato e relativo parallelo tra pratica e illuminazione.
4. La demitizzazione della nozione di pratica e di illuminazione e la reale tensione tra divenire ed Essere.
5. Formazione e contemplazione in una via spirituale nel XXI secolo. Qui la raccolta dei post]

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