Alessandro chiede un approfondimento in merito “all’officina vicina e a quella del grande uomo” (post del 22.3).
L’officina vicina sono i tuoi figli, i tuoi affetti, il tuo lavoro, la tua famiglia di origine, la tua comunità: l’ambiente di relazioni, affetti, pensieri che tu frequenti quotidianamente.Quelli che ti stanno a fianco, in cui inciampi e ai quali mostri i molti volti di te e che ti mostrano i loro molti volti.
Quelli con cui cadiamo e ragliamo a squarciagola e che accolgono o respingono il nostro raglio.
Quella è l’officina vicina, il maestro ineffabile cui nulla passa inosservato.
Quello è il luogo della nostra trasformazione, lì la vita ci ha collocati perché lì avverrà tutta la trasformazione a noi possibile.
Il grande uomo è nella tua India dove vai ogni tanto a rimettere in ordine alcune tessere del puzzle.
Impari dal grande uomo? Certo, molte cose di te e della vita. Se tu potessi risiedere con il grande uomo lui diverrebbe il tuo quotidiano, sarebbe la tua officina, un componente di essa.
Se lo avessi a fianco nel quotidiano la sua presenza sarebbe molto efficace perché è nella routine che ci trasformiamo, nel lento, ritmico lavoro con la lima sul pezzo di ferro.
Ma se non l’hai a a fianco nei passi e nei gesti di tutti i giorni, la sua funzione si stempera; certo, è un luogo della tua affettività, è una luce nella tua mente, ma non senti il suo raglio nelle orecchie e lui non sente il tuo!
E’ la consapevolezza del raglio che ci trasforma!
Non avendolo a fianco, non svelandoti ad ogni passo ma essendo un luogo delle tua affettività e della tua mente – e magari, certo, anche una condizione vibratoria – il rischio che corri è di raccontarti che sei sulla via, che sei un discepolo, che ti esplode il cuore, che impari fiumi di cose dalla voce registrata del maestro..
Nella carne viva deve scendere la consapevolezza del nostro procedere, lì non c’è possibilità di racconto.
Nei fatti del quotidiano, nei conflitti, nelle tenerezze e nei dolori si svela il nostro cammino, il compreso, il non compreso, il passo successivo da fare per andare oltre, per superare ciò che oggi sentiamo come incompiutezza, mancanza, limite, zavorra.
la consapevolezza del raglio e l’occhio che guarda un pò vicino e un pò più in là, l’occhio che tutto comprende…semplice, semplicissimo ;-).
Adesso che è primavera mi pare che le gemme non facciano un percorso diverso.
ma dove hai trovato questa foto?
qui è quando ero senza barba! 😉