Il tirocinio nella via spirituale

Quando non conosci, indaghi. Se qualcosa ti preme, cerchi, chiedi, studi, pratichi.
Discorsi di un vecchio e forse di un altro tempo; non so, sono disorientato.
Ho molti ricordi, l’esporli mi fa sentire un po’ patetico. Come i vecchi, appunto.
Quando negli anni ’80 mi sono avvicinato allo zen, andavo agli intensivi a Genova e stavo via tre, quattro giorni; così pure quando andavo a Figline Valdarno: Catia rimaneva da sola con la bambina piccola, nella casa sperduta tra i campi, la stufa da accendere, i cani, l’orto.
Sullo zen hanno scritto in tanti e tanti erano gli insegnanti: la vita mi ha dato dei segni che ho indagato e poi ho conosciuto, approfondito, studiato e praticato senza risparmio.
Dopo lo zen sono venute altre indagini e altre occasioni e sempre lo stesso è stato l’atteggiamento: cogliere i segni, conoscere, approfondire, studiare, praticare, spendersi senza riserva.
Tutto questo è avvenuta tra una messe di errori, di inadeguatezze, imparando inciampando, lavorando l’inadeguatezza come la superbia, cadendo il più delle volte e faticando le molte fragilità nelle relazioni.
Questo è stato il mio tirocinio nella via spirituale: non è certo un modello, è solo il modo che è stato possibile a me.
Non è nemmeno l’indice che uso per valutare il tirocinio altrui: perché dovrei valutare il cammino di altri e perché dovrei confrontarlo con il mio?
La vita mi ha messo nella condizione di trasmettere ciò che ho compreso ad altri: poco o tanto che questo sia, qualcuno bussa a questa porta e chiede una parola, una indicazione. Viene inserito in un percorso didattico insieme ad altre persone e gli vengono date le indicazioni di base: frequenta i gruppi, gli intensivi, leggi, pratica la meditazione, entra in relazione con chi ti accompagna e con i tuoi compagni di viaggio.
Se hai una motivazione non è difficile, hai a disposizione una quantità di strumenti: una didattica ha dietro una pedagogia e questa esprime una filosofia e tutte sono figlie di un’esperienza.
I vecchi inclinano al lamento e al confronto con il passato, vedo il pericolo.
Rimane valido un assunto di base: se hai una domanda, cerchi la risposta.
Non c’è insegnante che te la porga senza che tu l’abbia cercata.


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