Elena dice: “Vedo anche la comunità come una forma di convivenza comune più estesa rispetto a quella vissuta nell’ambito familiare. Spesso all’interno di un nucleo familiare ci sono alla base dei bisogni che aspettano delle risposte psicologiche e materiali.
Col termine “estesa” non intendo soltanto come numero di persone, ma per quanto mi riguarda ha un senso nel momento in cui vedo sorgere in me aspetti dalla dimenticanza di sé.” Stiamo andando proprio in questa direzione:
1-L’edificazione di personalità sane ed equilibrate
2-l’addestramento nella pratica della disconnessione che conduce oltre noi stessi.
Questo processo oggi avviene nei termini che conoscete, domani come avverrà? Con una rapporto ancora più stretto, con una convivenza? E’ nelle possibilità ma non è rilevante. Perché?
Perché le comunità le fa la vita – le comunità intese come noi la intendiamo – e quindi non c’è risposta sul domani, come è giusto che sia. Nell’oggi noi siamo interpellati da nuovi e più profondi livelli di relazione, di condivisione, di responsabilità, di donazione di sé. Questo è centrale.
Oggi stiamo lavorando sulla nostra consapevolezza e sul nostro sentire, stiamo affinando gli strumenti e lo sguardo con cui ci affacciamo alla vita per essere più attenti, più permeabili, meno grossolani.
Ogni essere è unito ad ogni altro essere nel suo sentire di coscienza, tutto è manifestazione dell’Uno mai separato, mai diviso, che mai ha generato individualità.
Eppure ciascuno di noi vive l’illusione di essere una persona distinta da un’altra: così è la realtà nel tempo e nello spazio.
Tutto il cammino che l’uomo compie lo conduce dal percepirsi e sentirsi separato, al vivere consapevolmente quell’unità che mai ha perduto, se non illusoriamente.
Noi siamo già comunità, nel sentire.
I tentativi di costruire comunità nella vita sono tentativi della coscienza di condurre l’ego a sperimentare un ambito di relazioni che le permettano (alla coscienza) di comporre pienamente il puzzle del suo sentire unitario.
Ma noi siamo anche quello che la coscienza non ha ancora compreso: l’unità è prima della coscienza, è nell’Assoluto. Costruiamo comunità per addestrarci al sentire unitario.
Tutti coloro che lavorano sul loro sentire, anche se non costruiscono comunità, stanno edificando la comunità fondamentale e ultima che è la comunità dei sentire.
Il bisogno di comunità sorge dall’ego indotto dalla coscienza e nella coscienza è indotto dall’Assoluto.
Ci stiamo addestrando a questo nella semplicità del nostro incontrarci.
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